Partono le indagini di verifica e prove da carico sui circa 250 ponti delle strade provinciali di Massa-Carrara: lo prevede lo schema di convenzione approvato in questi giorni con decreto del presidente della provincia, Gianni Lorenzetti, attraverso il quale il servizio viene affidato al Dipartimento di ingegneria civile e industriale dell’Università di Pisa.
Il costo complessivo stimato per la ricerca è di 175 mila euro: 100 mila da parte della provincia (che ha stanziato la cifra nel piano quinquennale di manutenzione della rete viaria approvato dal Ministero delle infrastrutture a gennaio 2019 e che ha suddiviso la cifra in due annualità sui bilanci 2019-2020) mentre il Dipartimento contribuisce al progetto con il proprio personale docente e tecnico amministrativo per un totale di circa 75.000 euro, costituito da costi interni nonché spese vive per il reclutamento di personale esterno (borse di studi e ricerche, assegni di ricerca).
Come si ricorderà le prime indagini su 15 ponti erano state avviate subito all’indomani del crollo del ponte Morandi di Genova, grazie ad un verbale di intesa dell’agosto 2018 firmato dalla regione Toscana, dalla città metropolitana di Firenze e da Upi e Anci Toscana.
Adesso grazie a questa convenzione e alle cifre stanziate nel piano straordinario è possibile effettuare il controllo sulla totalità dei ponti delle strade provinciali.
La ricerca dovrà concludersi entro il 30 giugno 2020 e l’attività di verifica può iniziare subito, come stabilito dal testo dell’intesa: al termine provincia e Dipartimento produrranno una relazione finale sull’insieme delle analisi svolte e sulla definizione delle eventuali priorità di intervento. Le tempistiche prevedono il completamento delle verifiche sui primi 100 ponti entro la fine dell’anno e degli altri 150 entro il 31 maggio 2020.
La verifica è suddivisa in tre fasi: la prima riguarda il censimento e la geolocalizzazione, e terrà anche conto del traffico giornaliero medio e del traffico pesante giornaliero medio.
La seconda riguarda il rilievo sul luogo, su apposite schede difettologiche, delle principali fonti di vulnerabilità statica e geotecnica.
La terza e ultima fase prevede l’elaborazione di una classificazione del rischio statico e geotecnico dei ponti che sarà utilizzata come base per l’organizzazione della priorità degli interventi o dello sviluppo di un sistema di monitoraggio.
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