24 Novembre 2024, domenica

Altro che Venezia o Saint Vincent, il casinò più antico è quello di Lucca

Una storia che mette insieme arte e gioco, architettura e azzardo. Stiamo parlando dei casinò italiani, luoghi da film, dal fascino misterioso, dall’atmosfera di “tutto è possibile”. Palazzi enormi e bellissimi, dove il lusso la fa da padrone, dove nel corso del tempo si mescolavano nobili, ricchi ma anche avventurieri, gente in cerca di fortuna. 

Come si legge su questa guida, le case da gioco fisico superstiti in Italia sono solo quattro: quella di Venezia, quella di Sanremo e infine le casi da gioco di Saint Vincent e di Campione d’Italia, nell’enclave tricolore del territorio svizzero. Ma un tempo i casinò italiani erano molte di più ed erano sparse su tutto lo stivale: in Sicilia, ad esempio, negli anni sessanta nacque il Casinò di Taormina, ma non possiamo non citare quello di Rapallo, chiuso nel 1924, oppure quello di Stresa attivo negli anni Venti e poi, per qualche mese, nel 1945, poi quelli di Cardone Riviera, che vide le due guerre mondiali, e quelli di Alassio, Bordighera, Ospedaletti, Ventimiglia. 

Eppure, al cospetto di tutti questi siti, il casinò più antico d’Europa è quello che sorgeva proprio vicino a noi, precisamente a Bagni di Lucca, sulle sponde del fiume Lima. L’idea nacque addirittura nel 1300, quando la Contessa Matilde della Repubblica di Lucca decise di regolamentare il gioco che si svolgeva tra osterie e bische, collocandolo in uno spazio proprio vicino alle terme. Ci vollero cinque secoli per vedere questo spazio di gioco diventare un vero e proprio centro di aristocratici e borghesi. Merito dei Borbone che nel 1800 crearono un vero e proprio casinò, visitato da svizzeri e inglesi, russi e francesi, attratti dalle terme e dai piaceri del gioco. Luogo di ricchezza, di nobiltà, di lusso, per questo nel 1838 Carlo Ludovico di Borbone chiamò un architetto parigino per creare un nuovo Regio Casinò, il primo europeo. Roulette e blackjack la fecero da padrone fino al Novecento, quando complici anche gli sconvolgimenti politici e sociali dell’Europa e d’Italia, il Casinò iniziò la sua parabola discendente. È il 1953 quando il Comune decide di non pagare la tassa di concessione e la struttura rimase chiusa. In molti provarono a riaprirlo, negli anni ottanta e poi di nuovo nel 2009. Ma ormai era troppo tardi. Il Casino di Bagni di Lucca non esiste più, ma quello che resta è il fascino di una storia unica nel suo genere

Diego Remaggi
Diego Remaggihttp://diegoremaggi.me
Direttore e fondatore de l'Eco della Lunigiana. Scrivo di Geopolitica su Medium, Stati Generali e Substack.

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