Mirko Setti un nostro lettore, appassionato di trekking e di Lunigiana, ci ha segnalato il sito che ha realizzato con cura per promuovere il sentiero Trekking Lunigiana, un anello che parte da Aulla e dopo aver fatto il giro delle bellezze locali in 16 tappe, passando d Podenzana, Tresana, Mulazzo, Zeri, Pontremoli, Filattiera, Bagnone, Licciana, Comano, Fivizzano, Casola e Fosdinovo ritorna al luogo di origine.
Il sito si chiama trekkinglunigiana.it e al suo interno si possono trovare le descrizioni delle tappe e i consigli utili per chi vuole affrontare tutto l’anello o solo una o più parti. In maniera precisa viene descritto il percorso, come arrivare, come organizzarsi per affrontarlo, ma anche per mangiare o pernottare.
“L’anello del Trekking Lunigiana nasce nel 1987 per opera della Comunità Montana (oggi scomparsa) sull’idea delle randonnée francesi, inizialmente strutturato addirittura con posti tappa ricavati da edifici dismessi. Rispetto al passato oggi il circuito è stato modificato in alcuni punti rendendo obsolete le vecchie guide e molti siti che ne parlano purtroppo senza conoscerne gli sviluppi e con il serio pericolo di fuorviare l’escursionista”, racconta Mirko.
“Il sito che ho creato – prosegue – ricco d’informazioni su ciò che s’incontra lungo il cammino, serve sia per avere sempre la certezza di non uscire dal percorso sia, ovviamente, per invitare più persone a frequentarlo, utilità questa mirata anche a favorire le piccole attività locali sparse in Lunigiana”.
Mirko spiga nel sito il perchè si è appassionato al sentiero Trekking Lunigiana: “Che ci fosse qualcosa di diverso rispetto al solito l’ho avvertito sulla pelle.
I portali, le arcate, gli scantinati, l’olfatto che cattura ogni minimo dettaglio effuso dalle case, ma ogni volta che provavo a restare fermo in un punto qualsiasi, magari osservando le rondini volare attorno ai loro nidi che da decenni e forse più si riparano sotto le gallerie dei volti, venivo avvicinato da più persone che, chiosando sulla mia venuta, sorridevano annuendo dei miei passi.
Una signora anziana mi invitava a prendere qualcosa narrandomi che in paese da qualche anno non vi erano più esercizi commerciali.
Un uomo, con un carico di legna sulle spalle, avanzava a fatica fermandosi di tanto in tanto senza tradire la sua rispettabile costanza.
Qualcuno mi osservava incuriosito dalla finestra e mi salutava non appena alzavo lo sguardo.
La postina, lasciato il proprio mezzo a nord del paese, passava di casa in casa a salutare e a consegnare la posta chiamando per nome ogni singolo abitante.
Un contadino mi mostrava con orgoglio parte del suo raccolto e nel frattempo mi chiariva la toponomastica locale.
Due donne parlavano fra loro a una certa distanza l’una dall’altra in un dialetto semplice e veloce.
Qualcuno mi spiegava come mai in paese non vi abitava più nessuno. Qualcuno mi ospitava a pranzo pur non conoscendomi.
Altri ‘pretendevano’ il mio parere sul loro vino (io che sono astemio!).
C’era pure chi mi proponeva del formaggio perché ‘qui l’hè jenuino, l’hè marchio dop’.
Una signora mi raccontava la guerra vista dagli occhi di una ragazzina che ha perso madre, padre e nonni.
Le porte di casa che sono quasi sempre aperte e nei pressi spesso stazionano a terra cassette con ortaggi e frutta di stagione. I gatti che non scappano.
In un paese sono rimasti in cinque e uno di loro aveva le chiavi della chiesa perché tutti potessero andare a pregare nel tempo libero, tanto il prete non ci andava più.
In un altro paese addirittura la gente parlava con gli animali.
Lascio per ultimo un nonagenario che col suo bastone e gli occhi stillati mi indica il nido delle rondini, sistemato proprio laddove e allo stesso modo di come lui le osservava quand’era bambino…”.