A Pontremoli, nel borgo di Torrano è stata costituita una Cooperativa di comunità, la cooperativa “Torrano Domani”. Il progetto è nato all’interno del circolo arci “Cultura e Solidarietà”. Il gruppo promotore della Cooperativa è cresciuto e si è formato nella gestione del Circolo Arci Torrano “Cultura e Solidarietà” in tutti i suoi aspetti organizzativi e amministrativi, che attraverso l’ideazione e la conduzione organizzativa di iniziative ricreative e culturali quali il meeting interculturale “Mama Africa”, che ha assunto negli anni un carattere internazionale e che si svolgeva in uno spazio adeguato, prima a Mulazzo e poi a Villafranca, e la programmazione di teatro all’aperto “Teatraia”, che hanno coinvolto ben più dei soli soci del circolo e abitanti del paese.
“Per ora siamo 37 soci e contiamo che altri aderiscano e portino il loro contributo concreto e di idee. Avendo vissuto negli ultimi anni lo spopolamento del borgo, ci siamo posti l’obiettivo di dare un futuro a Torrano attraverso lo strumento della Cooperativa di Comunità. Proporremo attività culturali, esperienze naturalistiche, escursioni agli stretti di Giaredo, scoperte culinarie e soggiorni nelle case vuote messe a disposizione dai proprietari. Faremo in modo che viaggiatori e turisti vengano a Torrano, la conoscano, ne parlino e ci ritornino sempre più frequentemente”, raccontano i fondatori.
La Cooperativa ha acquistato una vecchia casa all’ingresso di Torrano Valle, un immobile dove già è inserita la sede del circolo. Qui saranno realizzati gli ambienti necessari per le attività della cooperativa e un ristorante, “l’Osteria della memoria”, il vero centro progettuale delle proposte della cooperativa e luogo di socializzazione alla scoperta dei sapori della cucina delle famiglie nelle diverse stagioni.
“Lo strumento della Cooperativa di Comunità ha come obiettivo quello di mantenere attiva e dare un futuro ad una comunità situata in un territorio montano e marginale, valorizzando le relazioni sociali tra le diverse generazioni e tra ospiti e residenti – proseguono i soci -. Attualmente il paese di Torrano conta circa 80 abitanti di cui più del 50% con un’età superiore a 60 anni; la Cooperativa Torrano Domani vuole quindi affrontare il problema della decadenza demografica, rilanciando la comunità locale dal punto di vista culturale, demografico e ambientale. Il progetto operativo, le offerte turistiche, le passeggiate su vecchi sentieri ripristinati, le proposte culturali e esperienziali, per ora sono tracciate solo nelle linee generali”.
I piatti proposti dal ristorante saranno quelli stagionali delle famiglie contadine, le esperienze e i laboratori proposti saranno anche loro cadenzati dalle stagioni e racconteranno la vita della comunità: la ricerca delle erbe selvatiche mangerecce, i funghi, la raccolta e lavorazione delle castagne, la cucina nei testi, la coltivazione del bosco, ecc. A ciò si aggiungeranno proposte culturali legate alla scrittura, al racconto, alla musica e al teatro all’aperto.
“L’approfondimento e la precisazione di tutte queste proposte e percorsi la stavamo approfondendo partendo dalle competenze dei soci. Ci saremmo avvalsi poi della collaborazione con la cooperativa Sigeric per quanto riguarda la programmazione delle passeggiate e le escursioni naturalistiche, della condotta Slow Food per quanto riguarda la ricerca della tradizione culinaria e i laboratori di cucine, della Società della Salute della Lunigiana e della Confraternita la Misericordia di Pontremoli per quanto riguarda il nostro coordinamento nei servizi alla persona ed infine dell’amministrazione comunale e dell’Unione dei Comuni Montana Lunigiana per costruire una sinergia territoriale tra tutti gli operatori. Stavamo facendo tutto questo quando le misure di contenimento dell’epidemia ci hanno momentaneamente fermati”, prosegue il racconto.
La campagna di crowdfunding prevista per febbraio è stata sospesa e rimandata alla fine di settembre. Sospese anche le altre attività in atto, “siamo rimasti sospesi noi stessi per quasi un mese senza capire bene cosa stesse succedendo e cosa dovessimo fare.
Dopo alcuni contatti telefonici tra i soci e i membri del Consiglio di amministrazione, ci siamo organizzati per poter riunire virtualmente il consiglio. Abbiamo fatto la prima riunione formalmente convocata il 4 aprile e una seconda il 23 aprile.
Ci siamo soprattutto confrontati sui mutamenti possibili o prevedibili da apportare al nostro progetto cooperativo a fronte della pandemia e di tutto ciò che ne conseguirà.
Dalle prime riflessioni sono emerse alcune ipotesi, ma continueremo a confrontarci seguendo l’evoluzione degli eventi”.
Le ipotesi ruotano intorno a tre aspetti:
1) le difficoltà economiche che molti dovranno affrontare a fronte della crisi economica che già si evidenzia,
2) la nuova coscienza ecologica e sociale che speriamo si manifesti in molti italiani e europei,
3) il lavoro da remoto usato per necessità di distanziamento sociale, una pratica, questa, che potrebbe diventare diffusa e consolidata.
Ognuno di questi tre aspetti potrebbe portare molte persone a spostare la propria residenza in luoghi decentrati, piccoli e immersi nella natura. Ciò può significare il ritorno nei territori di nativi o l’arrivo di nuovi residenti economicamente in difficoltà e, anche, la frequentazione turistica temporanea di soggetti alla ricerca di una dimensione amichevole, socialmente strutturata ed economicamente sostenibile per le tasche di tutti.
“Ipotizziamo che possa ridefinirsi la tipologia dei nuovi arrivi – spiegano meglio i soci della cooperativa -, sia i nuovi residenti che i turisti, probabilmente più fragili economicamente, con una visione diversa da prima, più legata alla sostenibilità del lavoro e della vita familiare con tempi più rallentati, attenti e legati ad un concetto di comunità. Come rilevavamo nel nostro progetto originario, il progressivo accentuato spopolamento del comprensorio lunigianese e ancor più del comune di Pontremoli, oltrechè della comunità di Torrano significa ridotto presidio del territorio e abbandono di molte attività agricole e di allevamento, ma d’altro canto, la scarsa industrializzazione del passato e odierna, significa anche ridotto inquinamento, stili di vita meno alienanti, riscoperta del rapporto uomo ambiente, che può essere finalizzato anche alla programmazione di percorsi di prevenzione e/o recupero post cure”.
“Tutte queste caratteristiche concorrono a far sì che il nostro risulti un territorio ideale come laboratorio e potenziale punto di riferimento per mettere in atto una logica di sviluppo sostenibile e di economia circolare, con processi di innovazione e sviluppo locale che non dimentichino e non tradiscano le identità tradizionali. In tale contesto un nuovo impegno della cooperativa può maturare perseguendo parallelamente il rafforzamento dell’attrattività del proprio territorio e il suo ripopolamento, due processi che inevitabilmente devono intrecciarsi mettendo in moto un circolo virtuoso.
L’offerta di nuova residenzialità a costi più convenienti rispetto a quelli dei contesti urbani, inserita in un ambito fortemente integrato nella natura, connesso digitalmente potrebbe convincere a trasferirsi nella nostra realtà.
Tutto questo ci porta a considerare l’introduzione nel nostro progetto di attività che possano costituire maggiori occasioni di lavoro, prima non previste. Stiamo pensando a orti sociali di una certa dimensione, il recupero e la coltivazione dei castagneti abbandonati, la strutturazione della raccolta dei funghi e altri prodotti del sottobosco, l’allevamento, con le conseguenti lavorazioni e commercializzazioni dei prodotti.
Lo spazio del ristorante dovrà essere realizzato secondo un progetto elastico e versatile, affinchè possa conservare la destinazione originaria di ristorazione e degustazione di gastronomia locale, ma anche diventare una mensa sociale o spazio per la parziale lavorazione e confezionamento dei prodotti.
Le proposte escursionistiche e laboratoriali saranno inserite maggiormente nel ciclo annuale delle raccolte e delle lavorazioni stagionali.
Accanto all’offerta di ospitalità turistica, la Cooperativa orienterà i propri sforzi a creare le condizioni per sostenere gli strati deboli e perseguirà l’obiettivo di aumentare la residenzialità fissa e una economia di comunità”.