Un ritorno di fiamma dei titoli tecnologici sta sostenendo la Borsa americana. Il rally, forse un po’ eccessivo, proseguirà o rallenterà in base agli utili che verranno comunicati.
Piazza Affari intanto ha assistito alla nuova performance dei titoli bancari e al rallentamento degli energetici, dovuto alla crisi del Mar Rosso ma anche a dinamiche interne. Eni è stata penalizzata dalla dichiarazione di Giorgetti sul collocamento di 2 miliardi di euro di azioni Eni. Certe operazioni prima si annunciano, poi si fanno. Altrimenti nessuno compra più quei titoli fino al collocamento. La Borsa di Milano sta rifiatando. Se il ribasso si portasse oltre il 5%, si potrebbe acquistare. Per ora è consigliabile mantenere le posizioni. Sui bond è corretto rimanere lunghi di duration.
Sono ricorrenti le voci su Banca Popolare di Sondrio, molto interessante perché risulta tuttora l’istituto di credito meglio gestito degli ultimi 20 anni. Unicredit sembra essere un possibile acquirente anche se il ceo Andrea Orcel ha negato in modo chiaro.
Dal lato tassi, per Christine Lagarde il calo del costo del denaro è ora “probabile”. La strategia del presidente della Bce è stata spesso criticabile, tuttavia la sua incertezza è comprensibile. Sarebbe imbarazzante abbassare i tassi a causa della crisi economica proprio mentre l’inflazione torna a salire per la crisi di Suez. C’è solo da augurarsi che ogni decisione sia presa in modo rapido senza settimane di tentennamenti. Christine Lagarde ha anche insistito sul mercato unico dei capitali, precisando che non significa “eliminare le sedi di mercato rappresentate da Francoforte, Parigi, Milano o Dublino”, ma unificare meccanismo, regole e autorità, come per la vigilanza bancaria. Ma il vero punto è un altro: o l’Europa è davvero una federazione e agisce come un Paese, con un bilancio federale e una vera unione fiscale, oppure rimarrà un’idea incompiuta. L’insistenza su questo argomento potrebbe essere anche una riaffermazione della volontà di spingere per il Mes, ancora bloccato dall’Italia. L’intervento a “gamba tesa” di Valdis Dombrovskis contro la manovra finanziaria italiana, infatti, sembra indirizzato a spingere l’approvazione del meccanismo di stabilità.
Fabio Panetta ha affermato che l’economia italiana sarà praticamente ferma per il prossimo triennio. Un piano di rimpatrio in Italia (o almeno all’interno dell’Ue) delle aziende che hanno delocalizzato potrebbe contribuire al miglioramento della situazione.
L’appello del governatore di Bankitalia è assolutamente condivisibile. Se un Paese non dispone di aziende che lavorano sul proprio territorio, non ha il controllo della filiera produttiva e non crea posti di lavoro, impoverendo i cittadini e indebolendo la domanda. Per facilitare il reshoring, occorrerebbe intervenire sulla burocrazia, favorendo il ritorno delle imprese in territorio nazionale e, magari, l’arrivo di altre aziende extra-europee.