“Secondo informazioni fornite dal dottor Franco Fontana, fra pochi giorni, Regione Toscana dovrebbe mettere mano al servizio di continuità assistenziale, meglio conosciuto come guardia medica“. A scriverlo è il sindaco di Tresana ed esponente di Forza Italia Matteo Mastrini, che torna sul tema delal sanità locale.
“Non vorrei che, anche in questo caso, si parlasse di riorganizzazione: sempre più frequentemente questo termine viene utilizzato per nascondere veri e propri tagli alla sanità e al diritto alla salute – prosegue Mastrini -Secondo le informazioni in premessa dovrebbe restare disponibile per la guardia medica, fra le ore 20 e le 24, sia a domicilio, sia in ambulatorio, un solo medico. Dalle ore 24 alle 8 del mattino invece resterebbe fruibile solo un servizio telefonico.
Questa possibile decisione, che senza timori di sorta definirei gravissima, risulterebbe ancora più devastante se applicata alle zone montane come la nostra. Per arrivare a Zeri, nel comune più periferico della Toscana, il 118 a causa della assenza della guardia medica, potrebbe impiegare per arrivare più di un’ora. Inoltre i medici della Continuità assistenziale, per raggiungere Zeri e qui fare servizio 4 ore, dovrebbero compiere comunque più di 100 km. Possiamo pensare che questi professionisti possano continuare a farlo con un taglio di ore (ben otto) e per un compenso netto di 50 euro?
Potremmo fare lo stesso ragionamento per la continuità assistenziale a Villafranca in Lunigiana, ovvero per i territori dell’alta e media Lunigiana: Villafranca, Pontremoli, Mulazzo, Bagnone e Filattiera (378 kilometri quadrati con circa 19.000 abitanti). Anche in questo caso possiamo pensare che i professionisti, che arrivano per fare la guardia medica da Massa, Carrara e Viareggio, possano continuare a venire da noi per 4 ore e per meno di 50 euro a turno?
Continuiamo ad applicare i criteri del possibile taglio alle sedi della bassa Lunigiana e della Lunigiana orientale, Aulla e Gragnola. Se attualmente è difficile coprire i turni della guardia medica domani, con i tagli paventati, potrebbe diventare impossibile!
Chi, in Regione, si dovesse assumere la responsabilità di deliberare il taglio della continuità assistenziale è consapevole che, di conseguenza, scaricherebbe il peso della mancanza del servizio su 118 e pronto soccorso? Ma il pronto soccorso non doveva essere protetto dal sovraffollamento e dagli inutili accessi? E il 118 non è un servizio d’urgenza da utilizzare solo in caso di stretto bisogno?
Ecco, allora, ci dicano chiaramente dove ci vogliono portare e se ha ancora senso parlare di diritto alla salute e di sanità pubblica. Intanto – conclude – noi ci prepariamo alla mobilitazione”.