21 Novembre 2024, giovedì

SALUTE! Come prepararsi ai virus del periodo autunnale

Il dottor Barbieri risponde

Non sappiamo se è perché ci siamo beccati tutti i virus del 2024 e forse anche del 2025 ma, insomma, ci sembra tempo di: SALUTE! Con e grazie al dottor Gabriele Barbieri, oggi medico di medicina generale a Carrara, ci prepariamo all’ingresso nella stagione autunnale.

Quali sono i virus maggiormente in circolo, le malattie a cui ora prestare più attenzione?

«Adesso è il periodo dei virus para-influenzali che comunque sono sempre presenti e che, soprattutto nei mesi autunnali, anticipano il vero e proprio virus influenzale. Solitamente essi portano a sintomi blandi delle alte vie respiratorie con febbre, mal di gola, raffreddore, tosse e, a volte, ‘bronchiti’ che possono spaventare, ma che nulla hanno a che vedere con il virus influenzale, che appartiene invece agli Orthomixovirus di gruppo A e B». Che vuol dire? Che cambia ogni anno cosicché ogni anno si sviluppi uno specifico vaccino anti-influenzale. Consigliato? Sempre, specie se si è anziani, fragili, etc.

«Non dimentichiamoci – prosegue il dottor Barbieri – che anche il coronavirus sta ancora circolando anzi stiamo notando un incremento dei casi, sebbene ora le manifestazioni cliniche siano più blande e prudenzialmente più gestibili, dunque. Ovviamente questo discorso vale per gli adulti in salute. Per i pazienti fragili (cioè con bronchite cronica, cardiopatici o altre patologie), per gli anziani, gli immunodepressi ed i bambini il monitoraggio clinico dev’essere attento poiché anche questi virus possono portare a complicanze più severe con sovra-infezione batterica capace di generare in bronchiti o polmoniti batteriche. Per i bambini il virus più temibile è quello respiratorio sinciziale».

E i virus gastro-intestinali, che pare abbiano atterrato gran parte della popolazione?

«Rotavirus, norovirus (etc.) causano un’infiammazione della mucosa del tratto gastrointestinale con sintomi come febbre, vomito e diarrea, che di solito dura dai 2-3 giorni ai 10 giorni» (salvo sensibilità specifiche ) «Si trasmettono da persona a persona con le “goccioline” che emettiamo, cibi o superfici contaminate, quindi per poterli prevenire l’unico modo è evitare di venirne a contatto con massima igiene delle mani ed evitando di stare vicini a persone che con i sintomi sopra descritti potrebbero esserne affette».

Come si curano? «Solitamente il trattamento è un trattamento di supporto, quindi fatto di abbondante idratazione (perché, naturalmente, vomito e diarrea causano disidratazione) con almeno 1.5-2 litri di acqua al giorno, una dieta leggera o in bianco e un generoso ciclo di probiotici (fermenti lattici) per favorire il recupero della flora batterica intestinale. Al bisogno si possono prescrivere farmaci per il vomito o pro-cinetici, mentre sconsiglio, almeno nei primi giorni di diarrea, l’utilizzo di farmaci anti-diarroici poiché con la diarrea, almeno in fase iniziale, si ha l’espulsione del virus, che è proprio quello che vogliamo».

Pensi ci sia oggi una maggiore sensibilità o incidenza di virus, dopo le pandemie?

«Per l’aumento di casi e/o di sensibilità a virus e altre forme di malattie dovremmo guardare ai dati ISTAT per poter fornire delle risposte certe. Dalla mia “umile” esperienza sul territorio posso dire che quest’anno, in particolare nei mesi estivi, ho incontrato un numero maggiore, rispetto agli anni passati, di manifestazioni delle alte vie respiratorie»

Cosa consigliare, in generale? «Una cosa che è bene evidenziare: i virus influenzali sono virus, non batteri, quindi se è opportuno farsi visitare dal proprio medico nei primi giorni di febbre, è altrettanto giusto ricordare che l’antibiotico non è necessario, poiché l’antibiotico “uccide” i batteri, non i virus. Per questi possiamo prescrivere antinfiammatori, mucolitici, antipiretici, aerosol, prima di ricorrere all’antibiotico utile solo in caso la febbre non scenda o nel caso si sospetti un’infezione batterica oltre quella influenzale. Ci tengo molto a sottolineare questa cosa perché il fenomeno dell’antibiotico-resistenza è molto sentito nel mondo della medicina e l’utilizzo sconsiderato e non giustificato di antibiotici laddove non c’è indicazione sta portando allo svilupparsi di ceppi batterici sempre più resistenti ai comuni antibiotici che possiamo usare sul territorio. Il rischio è quello di trovarsi nell’arco di qualche decennio senza più “proiettili da sparare”».

Come prevenire? «Le forme di prevenzione alla circolazione delle forme influenzali e para-influenzali sono quelle che purtroppo ormai conosciamo bene dall’arrivo del Covid quindi il distanziamento, magari evitando i luoghi chiusi o troppo affollati, l’accurata igiene delle mani e delle superfici…», buoni comportamenti, una buona igiene. «Non abbiamo altre armi per prevenire i virus respiratori che circolano comunemente – e in modo maggiore tra i mesi di ottobre e marzo -, mentre per il virus influenzale vero e proprio esiste il vaccino che, come ho detto prima, viene “aggiornato” di anno in anno in base al ceppo circolante. Essoè offerto gratuitamente dal SSN per tutta la popolazione over 65, i pazienti fragili o con determinate patologie a rischio in caso di influenza, alcune classi di lavoratori (nella scuola o nelle professioni sanitarie), nelle donne in gravidanza. È l’unico che consente, in caso di contagio, di assistere ad un andamento certamente più “leggero” della sintomatologia».

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Capito tutto? Bene. Al prossimo episodio di… SALUTE!

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