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Rischio siccità in Toscana anche nel 2023, regione al lavoro per prevenire le criticità

La Toscana sta affrontando uno dei problemi più gravi degli ultimi anni: la siccità. Nel 2023, la situazione è particolarmente critica a causa della mancanza di pioggia e della diminuzione delle risorse idriche.

La siccità sta colpendo duramente l’agricoltura, un settore che rappresenta una parte fondamentale dell’economia. Gli agricoltori stanno subendo perdite economiche notevoli, a causa della mancanza di acqua per irrigare i campi e far crescere le colture. Inoltre, la qualità dei prodotti agricoli sta subendo un calo a causa della scarsa qualità dell’acqua utilizzata per l’irrigazione.

Ma la siccità non colpisce solo il settore agricolo. Anche l’approvvigionamento idrico per la popolazione sta diventando un problema sempre più serio. In molte zone della Toscana, infatti, i pozzi sono asciutti e le riserve d’acqua sono in rapido esaurimento. Ciò sta causando un aumento dei costi dell’acqua potabile e potrebbe presto portare a restrizioni nell’uso dell’acqua.

Il cambiamento climatico è senza dubbio uno dei fattori che contribuiscono alla siccità. La regione ha visto un aumento delle temperature medie e una diminuzione delle precipitazioni negli ultimi anni. Inoltre, l’aumento del consumo idrico e la scarsa gestione delle risorse idriche sono problemi che hanno aggravato la situazione.

La distribuzione delle piogge nel mese di gennaio 2023 a cura del Servizio idrogeologico regionale (Sir)

“Per una conoscenza esatta del problema – sostiene l’assessore regionale all’ambiente Monia Monni  – è essenziale il lavoro del settore idrogeologico regionale che monitora costantemente la quantità di acqua presente sia nei corsi d’acqua che nel sottosuolo. Poiché la situazione, dopo l’estate critica del 2022, è tornata nuovamente a livelli di attenzione, ritengo opportuno avvisare del rischio tutti i cittadini toscani e dar loro la possibilità di seguire lo sviluppo della crisi idrica. Per questo i report del servizio idrogeologico regionale, costantemente aggiornati, saranno disponibili per tutti sul sito https://www.sir.toscana.it/report-idrologici”.

Precipitazioni

Nello specifico nel mese di febbraio 2023 le precipitazioni si sono attestati su valori medi regionali prossimi a 35 mm, con i valori massimi nel bacino del Serchio e in Versilia. Il resto dei bacini regionali sono caratterizzati da valori medi areali di circa 30-35 mm, con minimi di circa 15-20 mm localizzati nei bacini del Fiora, Ombrone e Cornia. Rispetto al triennio precedente il deficit pluviometrico nel bacino del Fiora è del 62% (corrispondente a circa 42 mm in meno), del Po -64% (corrispondente a circa 73 mm in meno), dell’Ombrone-GR -52% (corrispondente a circa 33 mm in meno), dell’Arno -54% (corrispondente a circa 43 mm in meno), del Tevere -51% (corrispondente a circa 40 mm in meno), del Magra -74% (corrispondente a circa 104 mm in meno), del Serchio -66% (corrispondente a circa 85 mm in meno). I bacini della costa toscana vedono un -51% (corrispondente a circa 33 mm in meno) ed infine i bacini della Versilia registrano -67% (corrispondente a circa 92 mm in meno).

Fiumi

Le portate fluviali registrate nel mese di febbraio 2023 evidenziano valori medi inferiori a quelli storici (< 25° percentile). Questo andamento, visibile in tutti i bacini, risulta particolarmente evidente riguardo al Serchio, nel Valdarno Inferiore e negli altri bacini costieri centro-settentrionali. I dati relativi al Valdarno Superiore e all’Ombrone grossetano mostrano valori leggermente migliori, posizionandosi tra il 25° e il 75° percentile, ma si attestano proprio in corrispondenza del limite inferiore di questa fascia, confermando nella sostanza il deficit generale.

Falde

L’analisi delle falde mostra un evidente abbassamento nell’area centro settentrionale del territorio toscano. Registrate nei bacini del Serchio, in Versilia e nella riviera Apuana e fino al Magra soggiacenze inferiori ai valori medi storici (< 25° percentile). Condizioni di criticità persistono lungo la fascia costiera livornese, tra il fiume Cecina e S.Vincenzo, dove ancora si registrano abbassamenti significativi in particolare nell’area di S.Vincenzo. Le falde esaminate sono state 68.

Diego Remaggi
Diego Remaggihttp://diegoremaggi.me
Direttore e fondatore de l'Eco della Lunigiana. Scrivo di Geopolitica su Medium, Stati Generali e Substack.
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