domenica 22 Dicembre 2024

Price cap, inutile fraseggio a centrocampo

Dopo la prima versione, è allo studio il price cap 2 per fissare limiti più stringenti alla speculazione e alla volatilità del gas.

Sembra che non tutti i Paesi vogliano giungere a un vero accordo. Ogni Stato, di fatto, se può, sta facendo da sé. L’Italia, evidentemente, non può, perchè lo scostamento di bilancio non è consentito. La situazione è comunque critica. Sembra che l’Unione Europea rischi una carenza di metano che creerebbe seri problemi per il prossimo inverno. S&P Global Ratings ha previsto un 2023 all’insegna di ulteriori rincari energetici e razionamenti.

Secondo l’agenzia la recessione sarà più grave del previsto, soprattutto in Europa (con un Pil in calo dell’1,3% nel 2023 e la Germania come paese più colpito), i tassi Usa saranno ancora più alti e la Bce sarà costretta a seguire la Fed per evitare il deprezzamento dell’euro, mentre il rallentamento sarebbe minore nell’area Asia-Pacifico.

Lo scenario sembra verosimile ma l’Italia ha le carte in regola per cavarsela meglio perchè è l’unico Paese nell’Ue che vede un Pil superiore al periodo pre-Covid. Questo, probabilmente, perché a causa delle restrizioni e dei diktat di Bruxelles l’Italia si è attrezzata meglio a superare le crisi.

Preoccupa la guerra in Ucraina che sta ampliando il suo raggio e distruggendo le infrastrutture del Paese.

Riguardo all’inflazione, se quella americana sembra più facile da combattere con l’aumento dei tassi, perché colpisce tutta la scala del valore, in Europa il problema è invece il rincaro energetico. La strategia del rialzo dei tassi rischia di essere inefficace e di portare l’Europa in recessione, contribuendo a distruggere la sua economia e a espellere dalla competizione varie aziende del nostro continente.

Dopo la Svizzera, anche Germania e Svezia, hanno sospeso gli ecobonus per l’acquisto delle e-cars. Queste misure possono mettere in discussione lo stop alle vetture endotermiche fissato per il 2035.

Il presunto caso di corruzione, da parte del Qatar, di alcuni politici europei genera una domanda: esiste una lobby legata alla transizione energetica che ha lavorato per imporre certe scelte (anche discutibili) in ambito comunitario?

Sul fronte degli investimenti, a rivelarsi determinanti saranno gli utili, positivi nel terzo trimestre, ma che non fanno sperare troppo per la prossima scadenza.

C’è ottimismo per il mercato obbligazionario che, dopo parecchio tempo in territorio negativo, è pronto per restituire buoni rendimenti.

Una formula sensata potrebbe prevedere un investimento bilanciato, con il 75-80% in obbligazioni, e un po’ di liquidità da riversare in un secondo tempo sull’azionario.

Oltre ai tecnologici, sono in discesa anche i titoli bancari. Secondo indiscrezioni, la Bce potrebbe alzare i requisiti di pillar 2 dei risk weighted assets di Unicredit con l’obiettivo di potenziare la resistenza del gruppo, ancora in affari con la Russia, dai rischi che derivano da guerra e recessione.

(di Carlo Vedani, amministratore delegato di Alicanto Capital)

Carlo Vedani
Carlo Vedanihttps://alicantocapital.com/
Collaboratore. Amministratore delegato di Alicanto Capital

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