Con delibera numero 11 del 5 maggio scorso il Consiglio direttivo del Parco delle Alpi Apuane a maggioranza ribadisce il divieto di installazione di frantoi fissi e mobili presso le cave, aprendo alla possibilità di impiantarne al massimo due e solo mobili per tutte le Alpi Apuane a titolo sperimentale. L’obiettivo è di verificare, attraverso un protocollo di utilizzo, l’effettiva riduzione dei viaggi dei camion per l’ordinaria rimozione dei detriti derivanti dall’attività estrattiva, come viene sostenuto da alcune amministrazioni comunali.
Con questa delibera il Consiglio direttivo interviene sulla gestione dei detriti di cava a dieci anni di distanza dalla sua deliberazione in materia (la n. 22 del 13.07.2009) con l’intento di valutare, con dati concreti, la supposta riduzione delle criticità indotte da trasporto su gomma, tenuto conto dell’evoluzione tecnologica degli impianti di frantumazione che, rispetto al passato, hanno diminuito sensibilmente le emissioni di polveri e rumori.
L’apertura ha quindi l’obiettivo di mitigazione degli attuali impatti ed è guidata, nei pochissimi casi di attuazione, dal principio di precauzione. La delibera votata dal Consiglio Direttivo stabilisce che l’utilizzo di un frantoio mobile sia finalizzato alla gestione dei detriti prodotti dalla attività di coltivazione o alla rimozione di un ravaneto esistente, non naturalizzato e non deve produrre materiali con granulometrie inferiori a 25 mm.
L’utilizzo del frantoio sarà poi consentito con altre limitazioni per rendere compatibili le esigenze di lavorazione con la tutela ambientale. Per questo, la delibera stabilisce che i frantoi mobili che eventualmente verranno utilizzati, debbano dare garanzia, “anche attraverso la relativa documentazione tecnica, di produrre impatti ambientali ed emissioni in atmosfera, sui corpi idrici e in generali nell’ambiente, inferiori o analoghi a quelli prodotti dai macchinari utilizzati di norma nelle cave presenti nelle aree estrattive di competenza del Parco Regionale delle Alpi Apuane”.
Si dispone poi che i frantoi mobili non possono essere collocati nelle seguenti aree: nelle aree di Rete Natura 2000, nelle aree interessate da emergenze naturalistiche e/o geomorfologiche, nelle aree al di sopra dei 1200 metri.
Infine, si ribadisce che la delibera del Consiglio Direttivo ha aperto si alla possibilità di progetti pilota, ma le richieste specifiche degli interventi dovranno poi passare l’esame della valutazione di impatto ambientale che, ai sensi del Dlgs 152/2006, e limitatamente alle attività estrattive nelle aree contigue, spetta al Parco delle Apuane.