Di interventi endoscopici (mini invasivi) all’Ospedale del cuore di Monasterio se ne fanno centinaia ogni anno. Ma quello di questa mattina era diverso da tutti gli altri: è stato, infatti, il primo intervento eseguito in una delle sale di cardiochirurgia del nuovo blocco operatorio. Un’operazione di “riparazione” della valvola mitrale in una paziente di 64 anni. Le sale hanno superato la prova: tutto ha funzionato perfettamente.
La mitrale, una delle quattro valvole cardiache, posta tra l’atrio e il ventricolo sinistro, regola il flusso sanguigno impedendo al sangue di “tornare indietro” nel suo percorso naturale, per questo il suo corretto funzionamento è indispensabile alla sopravvivenza. L’intervento di “riparazione” della mitrale è stato eseguito in endoscopia, senza aprire il torace della paziente, ma praticando una piccola incisione negli spazi intercostali.
L’operazione è stata eseguita dall’equipe composta dai dottori Marco Solinas, direttore della Unità Operativa Complessa di Cardiochirurgia adulti, Giacomo Bianchi, cardiochirurgo, Rosa Giusti, medico specializzando in cardiochirurgia; dagli infermieri Davide Della Pina, Federica Ceccotti e Andrea Rustighi; dal medico anestesista Massimo Scolaro, dal medico specializzando in anestesia Marco Monfroni e dal tecnico perfusionista Orfeo Romano. L’intervento ha avuto esito positivo, la paziente sta bene ed è ricoverata per il normale decorso post operatorio.
“Ho eseguito la prima riparazione mitralica in via endoscopica nel nuovo blocco – sono le parole del dottor Marco Solinas _ La grande dotazione tecnologica a disposizione nelle nuove sale è una risorsa preziosissima che permetterà l’applicazione di tecniche sempre meno invasive, più precise e ritagliate sulle esigenze del paziente. Operare nelle nuove sale è stata un’emozione forte dettata anche dalla consapevolezza che il blocco operatorio rappresenta un grande passo di Monasterio verso il futuro”.
“Quella di oggi – ha aggiunto il Direttore Generale di Monasterio Marco Torre – è una giornata storica che segna il punto di arrivo di un’attività molto complessa: la chiusura di un cantiere da oltre 17 milioni di euro per la realizzazione di una infrastruttura ad alta tecnologia, la presa in carico di un nuovo blocco operatorio con tutte le attività di formazione e il trasloco da un setting all’altro. Un’attività impegnativa realizzata garantendo la massima sicurezza per i nostri pazienti e senza mai interrompere le attività in urgenza. Ringrazio di cuore tutto il personale infermieristico, tecnico e medico che si è occupato del trasferimento, ha dedicato tempo alla formazione e ha fornito spunti preziosi. L’intervento di questa mattina inaugura l’inizio di un nuovo percorso _ ha proseguito Marco Torre, Direttore Generale di Monasterio _ Nel nuovo blocco i nostri professionisti hanno spazi e tecnologie all’altezza di quello che hanno conquistato e realizzato in questi anni”.
Una giornata importantissima, quindi, quella di oggi, con l’inizio dell’attività cardiochirurgica nelle nuove sale dell’Ospedale del cuore. Il nuovo blocco è stato inaugurato lo scorso 31 maggio alla presenza delle istituzioni locali e regionali, del Maestro Andrea Bocelli e del Campione del Mondo Marco Tardelli. Dopo il taglio del nastro e i collaudi a tutta l’impiantistica e alle complesse apparecchiature tecnologiche di cui il blocco è dotato, le sale hanno ospitato la formazione di medici, infermieri e tecnici che hanno simulato interventi e situazioni di emergenza in sala. Nei giorni scorsi, il trasloco definitivo e questa mattina il primo intervento di cardiochirurgia endoscopica.
Il blocco operatorio – lo ricordiamo – è il più grande investimento dalla nascita dell’Opa, il progenitore dell’Ospedale del Cuore: realizzato con una spesa di circa 17,7 milioni di euro, finanziati da Regione e Monasterio, ha una superficie complessiva di 3.149 metri quadrati; ospita 3 sale di cardiochirurgia, 2 di emodinamica e 1 la sala ibrida. Tutte le sale possono ospitare neonati, pazienti pediatrici e adulti.
Nelle nuove sale di cardiochirurgia il paziente può essere trattato sia con tecniche chirurgiche tradizionali, sia con metodologie di cardiochirurgia mininvasiva. Le sale di emodinamica sono destinate alla cardiologia interventistica: il cuore viene curato con l’utilizzo di cateteri che, attraverso piccoli fori, vengono inseriti nei vasi sanguigni fino a raggiungere il punto in cui intervenire. La sala ibrida, quasi 100 metri quadri, è la più innovativa nell’organizzazione degli spazi e nelle dotazioni e consente la fusion imaging, ossia la sovrapposizione di immagini ecografiche e angiografiche ricostruendo così sia l’anatomia, sia i flussi sanguigni del cuore.
Un blocco operatorio che ospita la più alta tecnologia e conferma l’eccellenza dell’Ospedale del cuore e di Monasterio.