“La tassa di soggiorno è uno strumento che deve essere usato con intelligenza e con un’idea ben chiara di sviluppo turistico”, comunicano i consiglieri Francesco Mazzoni, Elisabetta Sordi, Gregorio Petriccioli tramite una nota alla stampa.
“Come abbiamo detto in Consiglio Comunale, l’Amministrazione non ha promosso adeguati momenti di confronto, nei quali garantire la partecipazione degli operatori economici del settore turistico nel procedimento che ha condotto all’introduzione della tassa di soggiorno.”
“Prima di tutto, nell’immediato esiste un problema organizzativo: non si può introdurre la tassa di soggiorno nel bel mezzo della stagione turistica perché questo crea un danno agli operatori del settore”.
“Infatti, è evidente che le prenotazioni per la primavera e l’estate 2019 siano arrivate quando non era ancora stata introdotta la tassa di soggiorno”.
“Così come è evidente che chi gestisce una struttura ricettiva si trova, oggi, a dover far pagare ai turisti e ai clienti un’imposta ulteriore, piovuta dal cielo, che non aveva previsto e inserito al momento in cui ha accettato la prenotazione”.
“C’è poi una questione di fondo, sulla quale manca un ragionamento serio: come verranno impiegati i soldi della tassa di soggiorno? Va benissimo far pagare al turista che decide di fermarsi a Pontremoli, ma a questa prestazione patrimoniale imposta dall’Amministrazione devono corrispondere servizi che siano all’altezza di un centro turistico”.
“Non possiamo far pagare la tassa di soggiorno e avere le vie del centro storico piene di sterco di cani e di volatili, le fogne maleodoranti, i servizi igienici pubblici inesistenti. Pontremoli è bellissima ed è nota per le sue ricchezze e i suoi gioielli. Ma questo non basta”.
“Per creare un business del turismo – e questo deve essere l’obiettivo – la parte pubblica deve garantire efficienza massima per ciò che è di sua competenza. E allora: la tassa di soggiorno va bene, ma chi paga vuole e deve avere in cambio servizi all’altezza della situazione. Comunque – concludono i consiglieri di Open Pontremoli -, ogni decisione deve essere presa in accordo con gli operatori del settore, che sono l’unico vero motore della promozione turistica e della creazione del marchio Pontremoli e del brand Lunigiana”.