Apprensione da ieri a Massa dopo la pubblicazione di un’ordinanza del sindaco Francesco Persiani che vieta l’utilizzo dell’acqua dei rubinetti per circa metà della popolazione, a causa di “valori alterati” nelle ultime analisi effettuate dalla Asl.
Il ‘Coordinamento dei Comitati e delle Associazioni per la depurazione’ chiede spiegazioni, un accesso agli atti immediato e “perché mai i cittadini dovrebbero pagare con i propri soldi un ulteriore laboratorio di analisi in cui Gaia (gestore del servizio idrico) controlla se stessa per arrivare ad erogare alla popolazione un’acqua inquinata da batteri”.
Nell’ordinanza del sindaco firmata ieri si vieta “l’utilizzo dell’acqua fornita dall’acquedotto, se non previa bollitura per almeno 15 minuti, fino al ripristino delle condizioni di sicurezza eseguite da Gaia spa”. Il gestore unico Gaia ha spiegato che “le analisi della Usl hanno individuato nell’acqua un parametro batteriologico alterato, il clostridium perfigens (batterio di provenienza vegetale) che per legge non richiederebbe l’emissione di ordinanza di non potabilità” e che “applicando il principio di massima precauzione la Usl ha richiesto al comune l’emissione dell’ordinanza, anche se questa non è prevista dalla normativa”.
Gaia rassicura che “i propri impianti di potabilizzazione sono correttamente funzionanti” ed ha altresì attivato un servizio di approvvigionamento di acqua potabile con 3 cisterne itineranti, di cui è stata data comunicazione, completa delle informazioni su dove vengono posizionate e degli orari di sosta. Per oggi alle ore 12,30 è convocato un tavolo tecnico con Usl e Comune di Massa per esaminare i risultati delle nuove analisi.