Massimo Osanna è stato nominato Direttore generale dei Musei statali nel 2020 dal Ministro Dario Franceschini e si è insediato nel suo nuovo ruolo il 1° settembre.
Professore ordinario di Archeologia classica dell’Università di Napoli “Federico II”, tra il 2014 e il 2020 ha diretto la Soprintendenza speciale per Pompei, Ercolano e Stabia e poi il Parco Archeologico di Pompei.
Ha insegnato presso l’Università della Basilicata, dove ha diretto la Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici di Matera. Ha insegnato come visiting professor presso l’École Pratique des Hautes Études di Parigi e l’Università di Heidelberg. Ha svolto attività di ricerca finanziate dalla Fondazione Humboldt presso le Università di Berlino e Heidelberg, nonché come borsista presso la Scuola archeologica italiana di Atene. È stato Soprintendente per i Beni Archeologici della Basilicata.
Ha diretto pluriennali attività di ricerca sul campo in Italia (Torre di Satriano, Ascoli Satriano, Pantelleria, Taureana di Palmi, Gabii) e all’estero (Alesia). Attualmente conduce con l’Ephoria delle Cicladi e l’École française d’Athènes ricerche nell’isola di Rheneia.
A Pompei, dove ha coordinato la messa in sicurezza dell’intera città e i restauri dei maggiori edifici, insieme a progetti di valorizzazione e di fruizione nell’ambito del Grande Progetto Pompei, ha promosso vaste ricerche nei santuari e negli spazi pubblici della città in collaborazione con Università e Istituti di ricerca italiani e stranieri, nonché le nuove ricerche della Regio V.
È autore di oltre un centinaio di saggi e monografie dedicati all’archeologia della Grecia e dell’Italia antica, allo studio della ritualità antica, alla ricostruzione dei pattern insediativi e ai fenomeni di mobilità e di contatti culturali nonché agli aspetti di gestione e conservazione del patrimonio culturale.
Il Direttore ha effettuato ieri la presentazione del libro “Il teatro romano di Luna. 70 anni di ricerche archeologiche”.
Il volume, a cura di Lucia Gervasini e Marcella Mancusi ed edito da SAGEP, è frutto di una intensa collaborazione fra il personale del Ministero per i Beni e le attività Culturali e per il Turismo e degli atenei di Genova, Milano, Pisa e Udine. I risultati ottenuti sono frutto di un approccio interdisciplinare, con il coinvolgimento di 30 autori dalle diverse professionalità (archeologi, architetti, epigrafisti, geologi, geomorfologi, antropologi fisici, archeozoologi, restauratori).
Il libro dà conto sia degli esiti delle ricerche condotte appunto nel teatro di Luni negli anni ’50 e ’60 del secolo scorso, in gran parte inedite, sia delle indagini più recenti realizzate a partire dal 2014. Grazie a fondi ministeriali appositamente dedicati è stato infatti possibile realizzare saggi di verifica archeologica ed il restauro conservativo dell’edificio, concluso lo scorso anno.
È stato così possibile datare la costruzione del monumento intorno agli anni 40 del I secolo d.C., effettuare un’analisi delle varie tipologie dei materiali archeologici rinvenuti, analizzando in particolare l’aspetto della decorazione scultorea. Si sono inoltre potute mettere a fuoco le trasformazioni dell’edificio avvenute nel corso dei secoli, analizzando anche quanto è avvenuto dopo che il teatro ha cessato di funzionare come edificio da spettacolo, venendo riutilizzato area di abitazioni e poi come sepolcreto in epoca longobarda.
L’esito delle ricerche illustrate nel libro sono presentate nella mostra allestita presso il Museo di Luni che sarà visitabile fino al mese di dicembre.
Calendario presentazioni:
24 ottobre 2020 | Palazzo Reale, Salone da Ballo, Genova | ore 16.00 (posti limitati, su prenotazione)
14 novembre 2020 | Museo archeologico nazionale di Luni | ore 20.00 (posti limitati, su prenotazione)