In vista della “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne” di domenica 25 novembre, la Società della Salute della Lunigiana organizza una “Giornata contro la violenza sulle donne”, che si svolgerà a Pontremoli, presso il Teatro Madre Cabrini, venerdì 23 novembre.
Questo il programma della giornata: alle ore 17,30 saluti e presentazione dell’iniziativa da parte del sindaco di Pontremoli, Lucia Baracchini, e del direttore della SdS Lunigiana, Rosanna Vallelonga; alle ore 18 spettacolo teatrale “Cosa mia” a cura di Blanca Teatro; alle ore 19 tavola rotonda sul tema della violenza contro le donne, che sarà moderata da Mirella Cocchi (commissione pari opportunità della Regione Toscana) e a cui prenderanno parte Caterina Rapetti (professoressa), Mario Abrate (direttore dell’IPM di Pontremoli), Giuditta Bertoli (vice presidente della Fondazione Città del Libro) e Francesca Reggiani (Comunità Papa Giovanni XXIII); alle ore 20 conclusioni dell’onorevole Cosimo Ferri.
È proprio la SdS ad essere maggiormente vicina alle donne in Lunigiana e a cercare di dare aiuto e assistenza, attraverso il Centro Donna Lunigiana, a quelle vittime di violenza.
Guardando la distribuzione per cittadinanza delle donne che si rivolgono al Centro, si rileva che le italiane sono il 69,7% del totale delle utenti e si concentrano, prevalentemente, nelle fasce di età tra i 40 ed i 49 anni ed anche tra i 30 ed i 39 anni, ma ben rappresentate sono anche le donne tra i 50 e i 59 anni: si tratta di donne con livelli di studio anche elevati (il 15,4% ha una laurea e il 45,7% il diploma di scuola media superiore) e tra le occupate prevalgono le impiegate (50,6%), ma non mancano le libere professioniste (11,1%) e le commercianti (4,2%), mentre negli ultimi dodici mesi si registra un aumento delle operaie, passate dal 24,9% al 31,8%.
Tra le straniere, che costituiscono il restante 30,3%, il 66,3% è rappresentato da cittadine non comunitarie, mentre il 33,7% proviene da Paesi dell’Unione Europea: si tratta di donne mediamente giovani, visto che il 27,9% delle utenti straniere ha meno di 30 anni, e la loro situazione occupazionale risulta molto fragile, poiché solo il 35,6% ha un’occupazione stabile e la maggior parte delle donne che lavorano svolge la professione di operaia o lavora senza contratto; inoltre il 68% delle donne straniere convive con il partner e non ha reddito fisso, quindi la situazione di dipendenza economica la fa da padrone ed influenza il percorso di uscita dalla violenza, senza dimenticare il contesto culturale e religioso, uno dei fattori che maggiormente impedisce alle donne straniere di far emergere le violenze subite, con la paura di essere stigmatizzate dalle persone conoscenti.
Ma qual è il tipo di violenza subita?
Innanzitutto meno di un terzo delle donne (il 29,3%) dichiara di essere stata vittima di un unico tipo di violenza e quasi la metà delle utenti (il 46,5%) dichiara di avere subito due tipi di violenza, mentre circa una donna su cinque segnala tre tipi di violenza.
Le donne che riferiscono di aver subito violenza fisica, nella maggior parte dei casi hanno subito anche violenza psicologica, a cui spesso si aggiunge violenza economica.
Quella psicologica è la violenza più frequente anche per le straniere, benché in proporzione sono più spesso oggetto di violenza fisica, economica e sessuale.
Per le italiane, le violenze perpetrate, prevalentemente, sono lo stalking e il mobbing.
Da sottolineare, in conclusione, una tendenza che deve fare riflettere: negli ultimi dodici mesi, infatti, si rileva un aumento delle segnalazioni per violenza economica, sia per le italiane che per le straniere.
Anche per questo le operatrici del Centro Donna Lunigiana prendono parte, periodicamente, a corsi di formazione e convegni sulla tematica della violenza di genere, e parteciperanno giovedì 22 novembre a Firenze, come ogni anno, alla presentazione del “Rapporto sulla violenza di genere in Toscana”, giunto alla sua decima edizione.