Nello scorso weekend la Cooperativa Mondo Aperto è stata impegnata nelle operazioni di sbarco e accoglienza dei migranti arrivati nel porto della Spezia a bordo della nave Geo Barents. Gli operatori e i mediatori di Mondo Aperto hanno supportato le autorità ad accogliere tutti i 237 migranti, provenienti da 22 paesi diversi: Bangladesh, Benin, Burkina Faso, Ciad, Costa d’Avorio, Egitto, Eritrea, Etiopia, Gambia, Ghana, Guinea-Bissau, Guinea-Conakry, Libia, Mali, Marocco, Niger, Nigeria, Senegal, Sierra Leone, Sud Sudan, Sudan e Togo.
Offrire un servizio di interpretariato e mediazione interculturale in quest’occasione è stato un aiuto imprescindibile alla logistica dell’evento: i nostri mediatori madrelingua, grazie alla conoscenza di moltissime lingue rare, hanno facilitato il difficile lavoro degli operatori, e hanno contribuito ad accogliere dignitosamente persone che vengono da giorni, settimane, forse mesi di viaggi lunghi e faticosi, costellati di difficoltà, pericoli, violenze e traumi. Tra i migranti erano presenti a bordo 87 minori, di cui 74 non accompagnati.
La nostra presenza nei tre punti logistici in cui era organizzato lo sbarco ha permesso alle autorità di usufruire di un servizio di interpretariato e mediazione interculturale per i servizi di screening sanitario (ASL5/Croce Rossa), fotosegnalamento e raccolta dei dati anagrafici (Polizia), segnalamento e monitoraggio dei minori (Servizi sociali del Comune della Spezia e altre associazioni coinvolte), oltre che per le necessità di accoglienza e sussistenza dei migranti.
Tutti i migranti, grazie al nostro servizio, hanno avuto la possibilità di parlare nella loro lingua madre (tigrino, amarico, arabo, hausa, wolof, mandinka, bambara, peul, fula, twi, creolo, pigin, igbo, bengalese sono alcune delle lingue in cui abbiamo offerto assistenza), cosa assolutamente necessaria in un momento così delicato per loro. Nessuno dei migranti è rimasto solo e inascoltato e chiunque avesse bisogno di qualcosa ha avuto la possibilità di parlare e di essere ascoltato e capito.
Inoltre le conoscenze culturali dei nostri mediatori hanno permesso di raccogliere tutte le informazioni anagrafiche e personali dei migranti nella maniera più corretta possibile. Si pensi ai migranti che non conoscono l’alfabeto latino o che sono analfabeti a cui viene chiesto di scrivere o fare lo spelling del proprio nome e cognome… o si pensi ai numerosi etiopi che devono dichiarare la propria data di nascita seguendo il nostro calendario, quando il loro calendario segue criteri e tempistiche totalmente differenti.
Altro grande punto di forza dei nostri mediatori era che molti di loro hanno vissuto, nel passato, esperienze di viaggio molto vicine a quelle dei migranti accolti. La comunanza di esperienze ha reso i nostri mediatori le persone ideali per comprendere la situazione dei migranti accolti e offrire a loro tutto il supporto di cui avevano bisogno.
I nostri coordinatori nel frattempo hanno gestito le richieste di traduzione dei servizi dislocati nei tre punti logistici e hanno coordinato e supervisionato le attività dei mediatori. I nostri coordinatori inoltre, che da anni lavorano nel campo dell’intercultura, avevano tutti gli strumenti per gestire la parte di comunicazione attraverso le lingue ponte (inglese, francese, spagnolo, portoghese) e attraverso quelle competenze relazionali e interculturali sviluppate in numerosi anni di esperienza (comunicazione non verbale, comprensione empatica dei migranti e previsione dei punti critici nel rapporto migranti – operatori dei servizi).
La mediazione interculturale non consiste infatti in un mero interpretariato ma nell’interpretazione della comunicazione verbale e non verbale che ogni persona e situazione porta con sé. I nostri mediatori e coordinatori hanno una formazione interculturale e una sensibilità indispensabili nella comprensione delle situazioni e delle componenti non verbali (gesti, sguardi, parole, silenzi ecc.) che influiscono in modo significativo nell’efficacia della comunicazione.
Siamo sicuri che ognuno di noi ha fatto, nel suo piccolo, la differenza, apportando ricchezza umana ed esperienza professionale nella mediazione interculturale o nell’attività di coordinamento.
La nostra squadra ha lavorato unita e coesa, in stretta collaborazione e sinergia con tutte le altre realtà. Una persona non può mai niente senza il suo gruppo e il gruppo, in quanto tale, funziona soltanto se c’è spirito di collaborazione, rispetto dei ruoli, dei tempi e dei compiti, dedizione e passione.