Il Tribunale di Milano ha assolto Silvio Berlusconi, insieme agli altri 28 imputati, nel processo sul caso Ruby ter, con la formula “perché il fatto non sussiste”. Il leader di Forza Italia era accusato di corruzione in atti giudiziari riguardo le giovani donne ospiti delle “cene eleganti” nelle serate di Arcore
Karima El Mahroug, dal canto suo, “è diventata grande” e 13 anni dopo il ‘bunga bunga’ cancella per sembre Ruby rubacuori.
“La nipote di Mubarack” è adesso una donna di 30 anni, scrittrice, imprenditrice, mamma di una bimba; una donna che dopo il verdetto del tribunale di Milano che ha assolto tutti nel cosiddetto processo Ruby Ter, che vedeva imputato tra gli altri Silvio Berlusconi, gioisce e chiude con il passato.
“Ruby è stata tutta un’invenzione – dice appena il presidente del collegio dei giudici finisce di leggere il verdetto – il mio nome rimane Karima e ora è finito un incubo. Ho bisogno di tempo per assimilare ma sono contenta, perché finalmente una parte di verità è venuta fuori”.
Karima è entrata in aula subito dopo la lettura della sentenza. Ha stretto le mani al procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, a cui ha consegnato una copia del suo libro ‘Karima’ che presenterà proprio a Milano, e al pubblico ministero Luca Gaglio. “Non immaginavo una cosa così. Sono contentissima – ha ribadito – È stata una liberazione” da una vicenda “che mi ha travolto” quando “avevo 17 anni”. Una storia che “è stata un macigno non da poco. Sono stati anni difficili, dove ho perso la mia identità. Ho fatto la mamma, sono stata forte ma ho avuto anche molti momenti di cedimento”.
“Era una battaglia molto più grande di me, che è stata giocata da tutti e di cui io non ne ho fatto parte – dice ancora Karima -. Mi sento di poter dire di essere stata la vittima, strumentalizzata. Quello che è venuto non lo auguro a nessuno”.
Nessuna parola contro Berlusconi: “Con me si è sempre comportato bene e sarò sempre grata di aver conosciuto un uomo così”.
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