Il secondo appuntamento della rassegna TIC TAC – TEATRO IN SCATOLA vede sul palco Riccardo Monopoli e Pape Gurioli in una pièce di teatro – canzone dal titolo DIRE DE ANDRÈ.
Pape Gurioli è un pianista di fama internazionale. Entra nel mondo della musica leggera collaborando con Lorenzo Jovanotti di cui è stato pianista per otto anni. Inoltre ha collaborato con Giorgia, Lunapop, Pier Giorgio Farina seguendo in scena Laura Pausini con un brano Piano e Voce. L’originalità dello stile pianistico di Pape è stata pubblicamente riconosciuta da Ennio Morricone e da Joe Zawinul (Weather Report). Nei festival del jazz, Pape Gurioli ha suonato in contesti internazionali confrontandosi con Steve Grossman, Billy Cobham, Franco D’Andrea, Piero Odorici, Marco Tamburini. Ha pubblicato per la casa editrice Berbèn “Svolta Pianistica”, un metodo per conservatorio diventato un classico per lo studio della tecnica d’improvvisazione al pianoforte.
Nella sperimentazione contemporanea ha riproposto nei contesti italiani le esperienze di dialogo musicale assimilabili a quelle di John Cage e Robert Raushemberg, e di tutta la generazione di musicisti minimal americani. Progetti riguardanti appunto la contaminazione tra musica, arte contemporanea, danza e performance. Infatti ha collaborato con Lindsay Kemp, William Congdon, Luigi Ontani e Massimo Barzagli. Con quest’ultimo ha presentato, al “FIAC” di Parigi e al Koln Art di Colonia; concerti/performance di musica, pittura e danza. Dal 2004 è il pianista ufficiale, e responsabile musicale del Premio Lunezia.
Accompagnerà Riccardo Monopoli, voce recitante. Monopoli è un regista e attore poliedrico che conta diverse apparizioni televisive e cinematografiche. Ha lavorato tra gli altri con Remo Girone, Dacia Maraini, Antonio Salines, Enrico Maria Papes e Pupi Avati. Ha collaborato con il Teatro Regio di Parma e il Festival di Spoleto.
“DIRE DE ANDRÈ è un lavoro che entra nella profondità della poesia di Fabrizio” ci racconta Riccardo Monopoli “è ormai riconosciuto che Faber è stato uno dei più grandi poeti del nostro secolo. Questo lavoro è un po’ irriverente, come è stato lui, e le improvvisazioni al piano di Pape arricchiscono questo percorso di quell’originalità che ha contraddistinto il grande Fabrizio De Andrè”.