Dazi USA minacciano export toscano da 3 miliardi di euro

Dazi USA minacciano export toscano da 3 miliardi di euro - dazi, economia

L’analisi di ReportAziende.it rivela come i dazi statunitensi al 30% mettano a dura prova settori chiave dell’economia toscana, tra cui vino, moda, gioielleria e agroalimentare. L’export toscano verso gli USA, che vale oltre 3 miliardi di euro, è a rischio, con conseguenze gravi per le province di Firenze, Arezzo e Siena.

Secondo i dati Istat ed Eurostat aggiornati al 2024, le filiere più colpite sono quelle del vino Doc e Igt, della pelletteria di alta gamma, della gioielleria orafa aretina e dei prodotti Dop alimentari. Il vino rappresenta la punta di diamante dell’export toscano negli Stati Uniti: oltre un quinto della produzione regionale destinata all’estero è assorbita dal mercato americano. Le denominazioni chiantigiane, brunelliane e bolgheresi potrebbero subire una contrazione della domanda tra il 20% e il 40%.

Anche la moda fiorentina e la pelletteria artigianale rischiano un crollo degli ordinativi nella fascia premium, mentre il comparto agroalimentare potrebbe subire ripercussioni sia dirette che indirette.

A livello nazionale, l’Italia esporta verso gli USA oltre 70 miliardi di dollari (63 miliardi di euro), con oltre 30 miliardi concentrati nei settori colpiti dai dazi. La perdita diretta stimata è fino a 9 miliardi di euro, con un impatto complessivo tra i 18 e i 22 miliardi nel biennio 2025–2026.

Tra i settori più esposti ci sono il farmaceutico (18% dell’export italiano), la meccanica generale (6,8%), l’automotive (5,5%), le macchine industriali (5–6,8%), il vino (4,4%), la moda (3,2%) e l’arredamento (2,5%).

In Toscana si stima un impatto occupazionale tra i 15.000 e i 18.000 posti di lavoro a rischio nelle Pmi esportatrici legate al vino, alla pelletteria e all’agroalimentare certificato. A livello nazionale si prevede una perdita tra gli 115.000 e i 145.00 posti.

Oltre al calo delle esportazioni si prevede anche un aumento dei prezzi interni fino al +10% sui prodotti medio-alti già dal primo trimestre del prossimo anno.

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