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Confartigianato Massa Carrara: "Panico Coronavirus, a rischio l'economia locale"

L'analisi e l'appello della direzione di Confartigianato Massa Carrara: "Turismo e commercio già in grande affanno. Se la situazione dovesse protrarsi a lungo, serviranno aiuti alle imprese da parte della Regione e del governo"

“Le misure di contenimento del Coronavirus, per quanto differenti a seconda della presenza di contagi accertati o meno, sta mettendo in seria discussione la tenuta economica dell’interno paese. Se la situazione dovesse prolungarsi eccessivamente nei prossimi giorni, o addirittura settimane, le ripercussioni sulle imprese e sui lavoratori potrebbero essere davvero pesanti ovunque con effetti amplificati per la provincia di Massa Carrara che già stentava rispetto ad altre realtà vicine dopo decenni di crisi quasi ininterrotta. Dai dati che stanno emergendo anche a livello internazionale è evidente che è maggiore la paura percepita rispetto alla reale portata del problema a livello sanitario. È chiaro che, però, il perdurare di questo stato di paura generalizzata potrà avere effetti collaterali nell’economia e in tal caso crediamo che sarà necessario che la Regione Toscana valuti la richiesta dello stato di crisi e lo stesso governo vari misure di emergenza, come il taglio netto di imposte e bollette”.
La direzione della Confartigianato apuana analizza così gli ultimi sviluppi che riguardano la diffusione del Coronavirus e, in particolare, le misure adottate dalle istituzioni a tutti i livelli per cercare di contenerlo. Chiusure, quarantene e blocchi della circolazione che impattano su tutto un sistema economico sempre più globale. “Combattere questa emergenza legata alla diffusione del coronavirus, sia chiaro, è per tutti noi un dovere – prosegue Confartigianato – ma dobbiamo contrastare anche gli effetti collaterali del virus sulla nostra comunità che sono devastanti, più sul piano psicologico che su quello della salute. La paura è diventata panico, i social soffiano fake sul fuoco della paura. I beni di prima necessità scarseggiano quasi fossimo alla vigilia del terzo conflitto mondiale. È il momento di tirare il freno, siamo andati oltre perché mentre ci sforziamo di auto spaventarci per un fantasma non ancora identificato,  tutti i giorni quattro persone continuano a morire sul lavoro, quattro in incidenti stradali, duecento per i danni da fumo, centosettanta si ammalano lavorando, dieci contraggono l’hiv. Tutti i giorni”. E i dati economici dimostrano già una flessione nei settori che già sono estremamente delicati: le disdette turistiche sono solo il primo esempio. “Tutto ciò è determinato da varie situazioni venutesi  a creare, dalla psicosi della clientela che senza timore assale i supermercati per poi aderire ad una sorta di coprifuoco, dalle disdette in campo turistico che non riguardano solo alberghi e ristoranti ma interessano tutto il commercio, tutto l’indotto che subisce questa paura che appare oggi ingiustificata. Le merci in questo periodo sono già approvvigionate ed i pagamenti sono in corso assieme a tutti gli altri adempimenti come tributi, tasse e mutui: un peso non indifferente per i commercianti aggravato dal non-incasso. Senza contare gli effetti già in atto da qualche settimana nella filiera della logistica e nell’autotrasporto. Per questo – conclude Confartigianato -, oltre alla richiesta dello stato di crisi e al taglio di imposte e bollette, crediamo sia necessario attivare dove possibile la cassa integrazione in deroga per imprese artigiane e commerciali, lo slittamento delle scadenze fiscali e uno stanziamento di appositi fondi d’emergenza”.

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