Venti persone hanno partecipato ieri pomeriggio in piazza Italia a Pontremoli alla veglia delle Sentinelle in Piedi, la prima di una serie che si terrà in varie città italiane in vista della discussione al Senato del disegno di legge Zan sulla cosiddetta omofobia e transfobia. “Siamo qui per dire no alla legge Zan – ha detto il portavoce nel discroso iniziale -, una legge bavaglio che, potenzialmente, potrà rendere “omofobo per legge” chiunque non si allinei al mainstream”.
“Il ddl Zan non serve a impedire violenze o ingiuste discriminazioni. Per questo c’è già il nostro codice penale, con le aggravanti, se necessarie. Il testo ha lo scopo di imporre, per legge, una visione dell’uomo fluido, privato dei suoi legami fondamentali, senza identità, sempre più confuso e quindi manovrabile”.
“Sarà un potenziale omofobo chiunque non sposi il pensiero delle realtà cosiddette Lgbt, che peraltro sono le prime a discriminare quando pretendono di parlare in nome di tutte le persone che provano attrazione per lo stesso sesso, molte delle quali sono contrarie a questo testo. L’ideologia gender, già entrata nelle nostre scuole, si imporrà ancor di più con l’istituzione della Giornata sulla cosiddetta omotransfobia”.
“Siamo di fronte ad un disegno di legge funzionale alla repressione del dissenso: si punirà (e poi si “rieducherà”, come previsto dal testo stesso) chi si esprimerà in modo “non allineato” sui temi della famiglia, del matrimonio e dell’identità umana. Ma non solo”.
“Siamo all’interno di un disegno molto più grande. Un potere transnazionale impone il Pensiero Unico attraverso media e politica, col supporto di sedicenti esperti. A questo potere ideologico non sfugge alcun partito, neanche quelli che dicono di opporvisi. Questo potere pretende di definire che cosa ci fa bene e che cosa ci fa male, quali sono i diritti “concessi” e quali negati, quali attività sono essenziali e quali no, che cosa si può dire e che cosa no, quale lavoro si può fare e quale no. Che cosa dobbiamo fare del nostro corpo. Il dissenso viene ridicolizzato, screditato, silenziato e poi patologizzato. Etichettare le persone come “omofobe”, infatti, è il preludio del segnalarle come affette da una patologia. Lo stesso avviene con chi, in questo momento, non condivide le politiche di gestione della pandemia. Il metodo è simile perché la matrice è la stessa”.
“Siamo qui per ribadire che il ddl Zan impedirà di esprimere pubblicamente la verità sull’uomo, ovvero che nasciamo maschio e femmina e che nessuna legge potrà cambiare questa realtà. Ecco perché scendiamo in piazza. Scegliamo lo spazio pubblico reale – invece di quello virtuale – per affermare il nostro essere cittadini liberi”.
“Non ci lasceremo zittire e limitare da leggi ingiuste – ha concluso il portavoce -. Poiché solo la verità rende liberi”.
Le prossime città a vegliare saranno ad Arezzo, Cremona, Brescia, Bussolengo (Vr), Trieste, Ascoli Piceno, Cagliari, La Spezia.