Abbiamo chiesto alla nuova modalità “agente” di chatGPT, di ragionare su due interessanti quesiti.
- 1. Esegui una ricerca sull’andamento demografico nei comuni della Lunigiana;
- 2. Secondo te l’arrivo di giovani in smart working, nomadi digitali, ecc. può risolvere la situazione?
Utilizzando i dati di Quantitalia l’agente ha creato una tabella ed ha poi ragionato sui risultati ottenuti
Comune | Popolazione 2001 | Popolazione 2025 | Variazione 2001‑2025 | Saldo naturale 2024 | Saldo migratorio 2024 |
---|---|---|---|---|---|
Aulla | 10 164 | 10 808 | +6,3 % | –79 | +216 |
Fivizzano | 9 173 | 6 926 | –24,5 % | –133 | +25 |
Pontremoli | 8 204 | 6 863 | –16,3 % | –83 | +84 |
Villafranca in Lunigiana | 4 600 | 4 726 | +2,7 % | –37 | +112 |
Casola in Lunigiana | 1 233 | 911 | –26,1 % | –13 | –7 |
Comano | 798 | 634 | –20,5 % | –24 | –8 |
Filattiera | 2 466 | 2 163 | –12,3 % | –29 | +28 |
Bagnone | 2 009 | 1 666 | –17,1 % | –26 | +34 |
Licciana Nardi | 4 874 | 4 725 | –3,1 % | –46 | +42 |
Fosdinovo | 4 377 | 4 583 | +4,7 % | –36 | +18 |
Zeri | 1 376 | 897 | –34,8 % | –25 | +3 |
Tresana | 2 057 | 1 893 | –8 % | –16 | –3 |
Podenzana | 1 816 | 2 098 | +15,5 % | –21 | +15 |
Mulazzo | 2 567 | 2 310 | –10 % | –22 | +39 |
Ma ora, la “parola all’AI”:
La Lunigiana si trova da tempo a fronteggiare una persistente crisi demografica che minaccia il futuro dei suoi comuni, soprattutto quelli dell’entroterra e montani, già segnati da una lunga storia di spopolamento. Secondo i dati più recenti dell’Istat e delle elaborazioni locali aggiornate al 2025, negli ultimi vent’anni quasi tutti i comuni della Lunigiana hanno registrato un calo significativo della popolazione residente.
Tra i centri principali, il comune di Fivizzano è emblematico, con una popolazione che è passata da 9.173 residenti nel 2001 a soli 6.926 nel 2025, segnando un calo del 24,5%. Pontremoli ha perso il 16,3% degli abitanti nello stesso arco temporale, mentre comuni più piccoli e montani, come Zeri e Casola in Lunigiana, hanno visto perdite addirittura superiori, rispettivamente del 34,8% e del 26,1%. Fa eccezione Aulla, che grazie alla sua posizione strategica e alle migliori infrastrutture è cresciuta del 6,3% in termini demografici dal 2001 al 2025, superando la soglia dei 10.800 abitanti.
Questa tendenza è aggravata da un saldo naturale estremamente negativo: i dati relativi al 2024 indicano per esempio che a Fivizzano ci sono state 31 nascite contro 164 decessi, mentre Pontremoli ha registrato 29 nascite a fronte di 112 decessi. I flussi migratori positivi in alcuni comuni, tra cui Aulla e Villafranca in Lunigiana, riescono solo parzialmente a mitigare il fenomeno.
A fronte di tale scenario, negli ultimi anni ha preso piede anche in Lunigiana l’ipotesi di attrarre nuovi residenti puntando sullo smart working e sull’arrivo dei cosiddetti “nomadi digitali”, ovvero professionisti e lavoratori capaci di svolgere le proprie mansioni a distanza, sfruttando tecnologie digitali avanzate e connessioni veloci. Il progetto più emblematico in tal senso è quello denominato “Start Working Pontremoli“, avviato nel 2020 dall’associazione omonima, che ha avuto come obiettivo dichiarato proprio quello di contrastare lo spopolamento valorizzando la bellezza e la qualità della vita del territorio lunigianese.
In tre anni di attività, l’associazione ha attratto circa sessanta lavoratori da remoto, provenienti da diversi Paesi del mondo, di cui una parte significativa ha deciso di stabilirsi permanentemente sul territorio. Secondo le informazioni rese note dall’associazione stessa, sedici persone, incluse diverse famiglie, hanno acquistato una casa a Pontremoli, inserendosi stabilmente nella comunità locale e contribuendo così a rivitalizzare il tessuto socioeconomico del comune.
Tuttavia, sebbene l’iniziativa abbia riscosso un notevole successo mediatico e sia stata considerata un esempio virtuoso da replicare, occorre riflettere sulla reale possibilità che questo fenomeno possa da solo invertire l’andamento demografico negativo della Lunigiana nel suo complesso. Se da un lato è innegabile che l’arrivo di giovani professionisti, spesso con competenze avanzate e una mentalità innovativa, porti benefici tangibili in termini di stimolo all’economia locale, dall’altro i numeri restano troppo contenuti per fronteggiare un calo demografico strutturale così pronunciato.
Per invertire davvero la rotta sarebbe necessario un intervento sistemico e integrato, in grado di combinare politiche attrattive per nuovi residenti con investimenti infrastrutturali massicci, soprattutto in termini di digitalizzazione, mobilità e servizi pubblici essenziali. In questo senso, le amministrazioni locali della Lunigiana potrebbero sfruttare l’esperienza del progetto “Start Working” come modello pilota, espandendolo in modo organico con il sostegno concreto delle istituzioni regionali ed europee.
Lo smart working e i nomadi digitali possono dunque rappresentare un’opportunità reale per il futuro della Lunigiana, ma solo se inseriti in una strategia più ampia e strutturata, che renda attrattivo e sostenibile il territorio anche per chi decida di stabilirsi nel lungo periodo. La sfida da affrontare è chiara: trasformare il fenomeno dello smart working da semplice moda temporanea a strumento stabile e duraturo per il rilancio demografico, sociale ed economico di tutta la Lunigiana.