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Calo dei tassi: la Fed inizia a organizzarsi

Annunciando che nel 2024, negli Stati Uniti, sarà possibile una riduzione dei tassi di interesse pari a 75 punti, il presidente della Federal Reserve ha innescato un’atmosfera di ottimismo, che ha portato benefici ai listini e ingenerato grandi aspettative tanto che i mercati si sono spinti a prevedere un calo dei tassi fino a 145-150 punti. A Francoforte non si è parlato di tagli. Prosegue una resistenza a oltranza sui livelli di inflazione, che sarebbero ancora troppo alti, mentre la situazione è in via di miglioramento e l’obiettivo del 2% è a portata di mano. I mercati, che solitamente anticipano i tempi, hanno invece un atteggiamento diverso e puntano sul calo dei tassi anche in Eurolandia. Magari non a marzo (quando probabilmente agirà la Fed), ma comunque a stretto giro. Le aspettative sulla stretta monetaria influenzano le previsioni sul 2024 dei mercati. Riguardo alle obbligazioni, quando il costo del denaro inizierà a scendere, il lungo termine si confermerà sempre più la strategia migliore. Il posizionamento con duration lunga assicurerà per cinque anni rendimenti intorno al 5%, offrendo un hedging contro eventuali storni dei mercati azionari. Chi invece insisterà a rimanere corto (o non potrà fare altrimenti) rischierà di scendere sotto il 2%. L’azionario, invece, dovrebbe registrare lievi perdite o guadagni moderati. Le economie sono in rallentamento e i rendimenti in doppia cifra di quest’anno si riveleranno irrealizzabili.

Sull’inflazione, come detto, c’è ottimismo, ma a preoccupare è il rallentamento dell’economia europea (con la crisi industriale tedesca che fa tremare l’intero continente), americana e cinese. Mentre a crescere è l’economia indiana. Nuova Delhi ha avviato investimenti molto forti, in infrastrutture, e aprirà 30 centrali a carbone per supportare l’industrializzazione – in contrasto con l’orientamento di Cop28.Il mercato azionario indiano viaggia già a multipli molto elevati e la popolazione ha superato quella cinese.

Se la Bce, almeno ufficialmente, non parla ancora di taglio dei tassi, si allineano a questo approccio Inghilterra e Svizzera. La Banca del Giappone ha confermato che per ora i tassi restano in territorio negativo, anche se nel 2024 Tokyo potrebbe decidere una piccola sortita in controtendenza, con un rialzo contenuto che avrebbe l’obiettivo di rafforzare lo yen.

Banca d’Italia ha ridotto a +0,6% le stime del Pil nazionale 2024; pochi decimali che non devono preoccupare. Se l’economia italiana sta comunque a galla, lo si deve al turismo internazionale

(a settembre +11,8% sullo stesso periodo dell’anno precedente, a prezzi correnti). Si potrebbe fare ancora di più? Sì e no. A penalizzarci sono l’insufficienza delle infrastrutture e la burocrazia farraginosa, che rende difficili gli investimenti. Al pari, naturalmente, dei limiti di spesa imposti dall’Unione Europea.

Carlo Vedani
Carlo Vedanihttps://alicantocapital.com/
Collaboratore. Amministratore delegato di Alicanto Capital
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