Nel pomeriggio di ieri 21 settembre, i Carabinieri del Comando Stazione di Massa hanno dato esecuzione ad un provvedimento di custodia cautelare in carcere emesso nei confronti di un 23enne di origini marocchine ma da tempo residente nel capoluogo massese, ritenuto responsabile di aver maltrattato per diversi mesi la propria moglie italiana.
Nonostante la giovane età ed un figlio nato dal loro matrimonio, nel corso degli ultimi mesi l’uomo ha iniziato a manifestare un comportamento sempre più violento ed ossessivo nei confronti della consorte, costretta a subire continue offese, minacce e venendo talvolta anche malmenata. La donna, temendo per la propria incolumità, nelle settimane scorse si era allontanata dal capoluogo massese trovando momentaneo rifugio in un’altra provincia. Nonostante ciò, l’uomo ha continuato la sua condotta vessatoria perseguitandola telefonicamente e minacciandola ripetutamente di morte.
Il giovane ha così atteso il ritorno della moglie nel capoluogo apuano dove, una volta raggiunta, ha reiterato le proprie condotte violente nei confronti della donna che, giunta ormai allo stremo, ha trovato la forza di rivolgersi ai Carabinieri in cerca di aiuto raccontando la lunga serie di violenze subite.
La sensibilità del personale operante e l’efficacia nel raccogliere celermente tutti i riscontri investigativi necessari, hanno permesso al dott. Marco Mansi, Sostituto Procuratore della Repubblica del Tribunale di Massa, di richiedere al competente G.I.P. l’emissione di una misura di custodia cautelare in carcere nei confronti dell’indagato, in relazione alla particolare gravità del caso.
L’uomo è stato quindi rintracciato presso la sua abitazione e, dopo le formalità di rito, portato presso la locale Casa di Reclusione per essere tenuto a disposizione dell’Autorità Giudiziaria che ne ha disposto l’arresto.
Questa ulteriore misura per maltrattamenti in danno di una giovane donna ribadisce con forza l’attenzione che l’Arma dei Carabinieri ripone nei confronti di queste tipologie di reato, da considerarsi particolarmente deprecabili poiché commessi spesso in danno delle fasce più deboli della nostra società.