Riceviamo e pubblichiamo:
La sezione ANPI di Casola Fivizzano “Hans e Sophie Scholl” organizzerà Domenica 11 settembre l’8° Camminata partigiana del Comune di Fivizzano. Alle 10:30 ci troveremo presso il Cimitero di Tenerano, dove renderemo omaggio alle vittime dell’Eccidio ti Tenerano del 13 settembre 1944 e alle vittime del villaggio di Pian di Molino del 24 agosto 1944. Al termine della commemorazione inizieremo l’ascesa verso Bolignano, lungo il nostro sentiero didattico, alla scoperta delle capanne partigiane. Una camminata di circa 2 ore(A/R) su un sentiero semplice e all’ombra. Munirsi di scarponi, almeno 1litro di acqua e qualcosa da mangiare.
L’Eccidio venne organizzato dal tenente Albert Fischer del reparto Pionieri della XVI Divisione Reichfurer SS. Lo stesso era presente a S.Terenzo e Bardine durante la strage del 19 agosto. Fischer morì negli anni ’90 a Bonn nella Repubblica Federale Tedesca.
Ma di cosa si macchiò il tenente Fischer, insieme ad un reparto della Brigata Nera “Mussolini” di Carrara ed un gruppo di alpini della Monterosa?
La mattina del 13 settembre 1944 un reparto del 16° Battaglione “SS-Panzer-Aufklärung-Abteilung” (trad. Gruppo Corazzato Esplorante) della 16° “Panzer-Grenadier-Division Reichsführer-SS”, insieme ad un reparto della Brigata Nera “Mussolini” di Carrara ed un gruppo di alpini della Monterosa iniziarono un rastrellamento scendendo da Viano di Fivizzano e salendo da Monzone. I nazifascisti si diressero verso la zona denominata Bolignano, zona dove la popolazione di Tenerano si era rifugiata all’approssimarsi dei soldati. Il territorio era la sede della formazione partigiana comandata da Lido Galletto “Orti”; vicino al villaggio operavano altre due formazioni combattenti: la “II Brigata Carrara” comandata da Alfredo Contri ed il gruppo di Maggiorino Folegnani. L’operazione aveva l’obiettivo di bonificare il territorio limitrofo al villaggio dai partigiani. Tale attività era la prova del fallimento militare del rastrellamento del 24-27 agosto 1944 che causò la morte di tre abitanti di Tenerano: Giovanni Tonetti, Ovidio Folegnani, Ferdinando Bonvini. I ribelli della formazione di Galletto riescirono a bloccare i nazifascisti, sparando con una mitragliatrice da Bolignano. Lungo il percorso di avvicinamento verso il villaggio, venne distrutta la casa della famiglia Forfori, gli abitanti uccisi, i cadaveri vennero ridotti in cenere dall’incendio dell’abitazione. Poco dopo, i nazifascisti si diressero verso la casa della famiglia Antoniotti, uccidendo l’intera famiglia: la piccola Mirella Antoniotti, di soli 17 mesi, venne lanciata in aria e fatta oggetto di raffiche di mitra da un soldato delle Brigate Nere di Carrara.
L’operazione citata è la prima fase di un grande rastrellamento che colpì la zona di Monzone (Comune di Fivizzano). Nella notte tra il 13 e il 14, in località Tre Case di Piandimolino vennero uccise 10 persone, nel gruppo vi era anche Don Florindo Bonomi, nativo del Monte dei Bianchi; parroco di Fosdinovo, membro del C.L.N del villaggio. Il sacerdote venne torturato un giorno intero all’interno del castello di Fosdinovo, per poi essere portato alle Tre Case e fucilato.
Qui riportiamo alcune testimonianze raccolte dal nostro Presidente Daniele Rossi, durante la sua opera di ricostruzione storica degli eventi.
Agostino Ricci: il 13 settembre uccisero due famiglie, i Forfori e gli Antoniotti, io credo che stessero cercando Luciano Forfori, ma lui era nel bosco con i partigiani. Io penso che la famiglia Forfori sia stata uccisa perché i nazifascisti avevano avuto una spiata. Il 24 agosto uccisero 3 persone, io mi ricordo Ferdinando Bonvini, era una persona anziana, gli dissero di scappare, lui stava facendo dei lavori nel sul orto e gli disse: “DEVE ANCORA NASCERE CHI FA IL PADRONE NEL MIO”. L’UCCISERO COME UN CANE.
Aldo Rossi: mia moglie Barbara, i fratelli Livio e Luciano sono stati gli unici salvi dei Forfori. Uccisero tutti perché trovarono un fucile in un baule. Io penso che i tedeschi sapevano che Luciano Forfori era partigiano.
Cecchini Michelina: io mi ricordo cosa è successo qui, alla piccola Mirella Antoniotti l’hanno gettata in aria e poi gli hanno sparato come ad un bersaglio. Una famiglia di sfollati di Tellaro di La Spezia, lasciata la casa si sono diretti verso il bosco, qui la moglie partorì. I nazifascisti gli hanno bruciato la casa.
Sandrino Tonetti: c’erano tanti partigiani nella zona, c’era Alfredo Contri, c’era Orti a Bolignano. I primi erano 24, poi una cinquantina. A settembre i partigiani si sono scontrati con i nazifascisti, gli hanno bloccati e gli hanno fatto capire che il bosco era la terra dei partigiani. Il 24 agosto durante un grande rastrellamento mi viene ucciso Tonetti Giovanni.
Giovanni Tonetti: I Forfori erano una famiglia numerosa, la mamma mandò via il figlio piccolo Liviero e il padre, gli disse di fuggire, a lei ed ai figli più piccoli pensava non avrebbero fatto niente. Lei rimase in casa con i figli maschi e le fem-mine più piccole, non pensava potesse succedergli niente. Quando da Bolignano si iniziò a vedere il fumo dell’incendio di casa Antoniotti e poi quella dei Forfori, dopo che fermarono i nazifascisti con la mitragliatrice e le scariche di fucile, Luciano Forfori vide mia mamma che stava risalendo e gli chiese: ‘Hai notizie della mia famiglia?’ Lei lo abbracciò e lui capì immediatamente. Allora uscì di testa, voleva lanciarsi all’inseguimento dei nazifascisti ma così facendo si sarebbe fatto ammazzare. Allora Lido Galletto lo colpì con il calcio del fucile e lo riportarono al campo. Gli impedirono di fare questa pazzia, non sarebbe riuscito a vendicare i suoi, erano in tanti.
BONVINI FERDINANDO n 27 2 1860
TONETTI GIOVANNI n 15 9 1875
FOLEGNANI OVIDIO n 21 9 1906
caduti il 24 8 1944
ANTONIOTTI PIETRO n 3 5 1885
SISTI ISOLINA n 25 9 1870
ANTONIOTTI ADRIANO n 9 12 1914
VINCENTI LAURETTA n 18 2 1917
ANTONIOTTI MIRELLA n 19 4 1943
FORFORI AGOSTINO n 26 9 1859
MORELLI SANTINA n 31 1 1906
FORFORI OSCARE n 17 9 1931
FORFORI ORIETTA n 1 12 1938
FORFORI AMELIA n 25 7 1936
FORFORI DUILIO n 2 4 1944
caduti il 13 9 1944