A Fivizzano spunta una bandiera palestinese: solidarietà a chi?

Diego RemaggiEditoriale7 Luglio 2025142 Visualizzazioni

La bandiera palestinese esposta al municipio di Fivizzano è un gesto che vorrebbe forse rappresentare solidarietà, pace e diritti umani. Peccato che di simboli pacifici e democratici quella bandiera abbia ben poco: è la stessa che da anni sventola a Gaza, trasformata dagli amici di Hamas in un inferno di razzi, tunnel e odio antisemita.

Ora, Fivizzano non sarà certo New York o Tel Aviv, ma ci domandiamo se ci siano idee un po’ confuse sul concetto di pace.

Già, perché appendere la bandiera di uno stato straniero – o sedicente tale – su un edificio pubblico italiano non è esattamente come stendere il bucato al sole. Magari sarebbe stata carina una delibera di giunta, una motivazione ufficiale inviata alla stampa e il rispetto di precise normative nazionali.

Il DPR 121/2000 e la Legge 22/1998 sono chiari: sugli edifici istituzionali italiani ci stanno la bandiera italiana, quella europea, i gonfaloni comunali o regionali e, solo eccezionalmente, bandiere straniere – esclusivamente legate a eventi istituzionali, visite ufficiali o occasioni specifiche.

A Fivizzano spunta una bandiera palestinese: solidarietà a chi? - editoriale, israele
Le bandiere che dovrebbero sventolare assieme.

Che messaggio lancia quindi Fivizzano? Ci piacerebbe che fosse chiarito, soprattutto quale metro è stato adottato per prendere la decisione, quale amministratore ha avuto l’idea e chi ha formalmente appeso la bandiera all’esterno del Municipio.

Ci permettiamo un suggerimento: se davvero a Fivizzano sentivano l’urgenza di solidarizzare con chi soffre, perché non sventolare anche la bandiera israeliana, in omaggio alle vittime del 7 ottobre e anche a tutte quelle quotidiane degli attacchi terroristici e delle autobombe piazzate proprio da chi ha usato i colori palestinesi come arma politica nel corso degli anni?

Nel frattempo, aspettiamo che il Prefetto possa dire la sua. Non per rimuovere la bandiera, ma almeno per avere un po’ di chiarezza istituzionale.

Sinistra Italiana commenta la vicenda

Sinistra Italiana Lunigiana ha rilasciato un comunicato che parla della “scelta” del comune lunigianese. Esporre la bandiera palestinese davanti al Municipio di Fivizzano sarebbe, secondo loro, un “gesto importante contro il genocidio”. Peccato che poche parole si siano spese all’indomani del 7 ottobre 2023, quando un’organizzazione terroristica massacrò 1.200 civili israeliani.

Del resto, quando la realtà non piace, basta ribaltarla. È l’arte della propaganda, non della politica, attenzione.

A leggere le parole del segretario Gatti, viene da chiedersi se SI Lunigiana viva sulla stessa Terra degli altri: mentre Israele cerca di smantellare Hamas — un gruppo che ha trasformato scuole e ospedali in depositi di missili e bambini in scudi umani — la sinistra locale parla di “boicottaggio”, “azioni pratiche”, magari con una Gaza Cola fredda in mano.

Siamo passati dai comizi di Berlinguer a chiamare Leila Khaled nelle università nel giro di tre decenni. Complimenti.

Invocano la “pace”, ma fanno da megafono a una narrativa che legittima la violenza, criminalizza Israele (unica democrazia della regione, con donne premier e giudici arabi) e minimizza i crimini di Hamas. La società civile italiana, dicono, è tutta con la Palestina. Proprio come la stessa parte che vuole solo essere amica con la Russia e non vuole le armi di deterrenza. Forse in realtà è solo una parte politicizzata e molto rumorosa, quella che confonde la causa palestinese con l’odio verso l’Occidente, verso l’ordine liberale, verso tutto ciò che non sia l’autoflagellazione moralista.

Ma forse basta appendere una bandiera, accusare Israele e dare del criminale al governo democraticamente eletto di uno Stato sovrano. È molto più facile che affrontare la complessità, la storia e la verità.

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