mercoledì 16 Ottobre 2024

Nicholas Figoli e tutto il Wonder Impact targato Suntimes. Intervista

È notizia del mese il riposizionamento della Suntimes come “agenzia olistica” con il lancio del nuovo sito, del nuovo logo, della nuova idea d’azienda e, a brevissimo, di un’accademia (lab). A parlarcene Nicholas Figoli, co-founder con l’amico Francesco Pelosi di questa eccellenza.

Partiamo dal principio: come racconteresti Suntimes a chi non la conosce ancora? «Suntimes è un’agenzia strategico-creativa che sviluppa, perlopiù per grandi aziende, campagne di marketing e di comunicazione integrata. Siamo 70 persone, di cui 60 a Milano e 10 alla Spezia. Abbiamo un buon giro d’affari (9 milioni di euro di fatturato per il 2023, nda) e ciò significa essere una delle cinque agenzie indipendenti più grandi d’Italia».

Com’è nata? È una bella storia. Nicholas Figoli e Francesco Pelosi, co-founder, erano compagni di classe al Liceo e il Liceo era il Liceo Scientifico Pacinotti della Spezia. «Tutto è iniziato con e grazie alla professoressa di storia e filosofia, Mirabello: è stata lei a farci lavorare su un sito quando ancora Internet era agli albori. Sono giovane ma non abbastanza da non conoscere il 56k. Da lì abbiamo iniziato a fare siti internet anche per altri progetti, smanettavamo e ci piaceva. Così abbiamo continuato anche all’università: anziché fare lavori ‘normali’, realizzavamo siti e loghi per piccole realtà, io ero il grafico-creativo. Suntimes nasce all’università».

Poi? «Poi le strade si dividono, ma ‘in senso buono’. Io amavo Suntimes e Suntimes era già una cosa, piccola, ma molto carina. Finita la triennale inizio in L’Oreal, con uno stage, poi con la carriera. Questo mi permette di imparare un sacco di cose sul marketing e sulla strategia, cresco e mi creo un percorso mio. Mentre Francesco continua con la Suntimes – fonda l’srl, continua a prendere clienti sempre più grandi, eccetera. Le nostre strade si ricongiungono undici anni fa, anzi come piace a dire a me dieci più uno, quando Francesco mi dice: “Guarda, Nicholas, o ora o mai più. O torni adesso in Suntimes o dopo saremmo troppo distanti” ed io, che sempre avevo tifato per Suntimes, decido di tornare, faccio downshifting, come si dice quando lasci una cosa più grande per una cosa più piccola. Farlo è sempre salto nel vuoto, pazzia, ma alle volte è la soluzione migliore per trovare quello che si cerca. E così è andata».

Suntimes, ci spiega, all’epoca era ancora piccola: erano in sei, con Francesco alla guida e lui in qualche modo chiamato a portare una “nuova mentalità”. «Dalla mia esperienza ho potuto portare nuovi clienti ed un nuovo modo di lavorare, spunti per la nostra crescita. Abbiamo cambiato ufficio ed iniziato ad espanderci, del resto abbiamo avuto sempre clienti da fuori, da Milano, Trieste, Bologna, anche quando eravamo ‘basati’ alla Spezia. Oggi siamo l’agenzia di comunicazione di alcuni dei più importanti brand e così dall’Italia, da Milano, dalla Spezia, vediamo i nostri progetti andare per il mondo. Ogni volta è una soddisfazione, molto bella».

Una domanda molto banale: com’è cambiato il vostro modo di lavorare negli anni, la vostra azienda? «La comunicazione cambia sempre. È cambiata tante volte, noi siamo pronti a cambiare ancora. Se non ti diverte il cambiamento, dico sempre io, non devi lavorare nella comunicazione. Ogni lavoro ha le proprie regole, la nostra regola è divertirsi con il cambiamento. Quando sono tornato c’erano i primi social network e le aziende ne avevano paura. Io andavo nelle aziende con la copertina del TIME con Zuckerberg e mi dicevano: “Ma noi abbiamo paura di quello che i clienti possono scrivere sotto il nostro profilo”. Io dicevo loro: “Guarda che è peggio se lo scrivono sotto il profilo dei tuoi concorrenti”. Un grande cambiamento è avvenuto con i social, allora. Poi sono cambiati i social network che come sai oggi si concentrano principalmente sulla pubblicità. Tecnicamente si dice che la visibilità organica è morta, devi pagare per essere visto e anche questo è stato un cambiamento importante (sempre non solo per il marketing, ma per l’intera società). Ora, l’attenzione – e nostra concentrazione – è sull’intelligenza artificiale. Sai, ci sono momenti in cui passano delle cose, penso per esempio a Metaverso e NFT, cose che sembrano rivoluzioni ma non lo sono – o almeno non del tutto – in realtà. La grande differenza tra Metaverso, NFT e Intelligenza Artificiale è che l’AI è una cosa che cambierà realmente, nel futuro, il modo di vivere oltre che di comunicare. Per questo stiamo predisponendo un laboratorio interno-esterno di formazione dedicata».

La Wonder Academy, giusto? Puoi anticipare qualcosa? «Come dicevamo, abbiamo appena realizzato un riposizionamento basato sul concetto di Wonder Impact. Dopo undici anni ci siamo chiesti perché facciamo questo lavoro e la risposta è stata: perché vogliamo avere un impatto positivo sulla realtà in cui viviamo, è quello che definiamo Wonder Impact. Avere un impatto positivo vuol dire avere un ruolo sul business, ma anche sulle persone, sulla società. Se per il business tale impatto si misura con risultati concreti di fatturato, negli altri ambiti può contare (e aver senso) fare formazione. Così nasce l’Academy, un progetto di formazione dedicato all’AI, ma anche a leadership e inclusività. Sono questi i tre concetti che porteremo in aula. Lo presenteremo al Fight Gravity del 17 ottobre». L’emozione? Si sente, tanta.

Visto il Fight Gravity. Di che si tratta? «È un evento inspiring, ancora una volta per cercare di avere un wonder impact su stakeholder, clienti, dipendenti, su chiunque ruoti attorno a Suntimes. Lo facciamo due volte l’anno, una su Milano ed una sulla Spezia. Sono eventi che servono, semplificando, per trasmettere la voglia di andare oltre il senso predestinato delle cose, appunto “oltre la gravità”. L’AI è Fight Gravity: è qualcosa di completamente nuovo che, stimolando anche lo sviluppo di nuove idee, potrà rivoluzionarci la vita».

Nel vostro riposizionamento vi siete definiti “agenzia olistica”. Puoi spiegarci che cosa significa? «Significa che siamo riusciti a diventare così grandi da essere un unico referente per i nostri clienti. Un cliente che ha bisogno di strategia si rivolge a Suntimes. Un cliente che ha bisogno di creatività si rivolge a Suntimes. Un cliente che ha bisogno di capire come gestire il budget si rivolge a Suntimes. Con Suntimes curiamo l’intero processo, dalla strategia alla gestione del budget e delle campagne, di ogni media. Abbiamo un’idea complessiva del percorso che, comunicativamente e strategicamente, deve fare un’azienda. Non siamo verticali su un solo settore, abbiamo una visione, appunto, olistica».

Tornando in zona, arriviamo al Sunspace, partorito da poco (nel 2022) alla Spezia. «Il Sunspace è un atto d’amore verso la nostra città, verso il luogo in cui siamo nati. È il nostro modo di fare giving back. Da spezzini e da liguri ci lamentiamo spesso della mancanza di opportunità, delle difficoltà. Noi abbiamo avuto il coraggio di fare, accettare la sfida. Il Sunspace è nel centro della Spezia: nella sede dell’ex cinema porno della città, chiuso da vent’anni e a tutti gli effetti una ferita. Il Diana era una cosa bella, ma ormai chiusa e molto degradata. Io e Francesco siamo passati di lì, l’abbiamo visto ed è stato amore a prima vista. Inutile dire che a muoverci è stata la volontà di fare accadere le cose, cioè di andare oltre ai problemi e alle difficoltà. Il Sunspace è un progetto divenuto più grande di quello che si immaginava: lo abbiamo comprato, ristrutturato e considera che era in forte, forte decadenza. Ne abbiamo recuperato – e ricreato – la bellezza. C’è stato molto lavoro (oltre all’importante investimento), è stato ed è sfida: potremmo dire una start up, immobiliare, un’impresa. Oggi siamo felici, lo spazio meraviglia (e tra l’altro è tra i vincitori dei Premi In/Architettura 2023 Liguria). L’anima del Diana è rimasta e si è tramutata in Sunspace. Ospitiamo eventi, esibizioni, mostre fotografiche e d’arte, cultura. In due anni – abbiamo calcolato – sono passate 10mila persone. Per formarsi, avere input in più. È questo il nostro wonder impact».

L’altra faccia bella della storia? Che il progetto, racconta Nicholas, è a cura di Alessandro Parodi, oggi architetto molto bravo ma sempre compagno di classe dei due, sempre studente del Pacinotti della Spezia. Tutto a dimostrazione che questo sogno parte da qua e sempre ritorna, a breve anche con un’associazione ‘per i giovani’ tutta nuova: «Sono felice di parlarvene perché proprio ora stiamo lanciando Spazio Futuro, associazione che nasce sempre perché accadano cose, con i giovani e per il futuro della Spezia. A lavorarci alcuni dei nostri con l’idea di aprire ad esterni che condividano la stessa voglia, visione, idea. Pensiamo sempre che per vedere arrivare (o, ancora, succedere) qualcosa non ci sia niente di meglio che provare». Che far niente, come dire, non funziona. «Questo è un piccolo progetto a cui teniamo molto perché è una cosa molto concreta. Perciò speriamo si possa diffondere, chi vuol partecipare o chiedere può scrivere a info@sunspace.it chiedendo di che cosa si tratta».