“Come dimostrano, purtroppo, i continui femminicidi e le decisioni giudiziarie non abbiamo ancora assimilato, culturalmente, questo cambiamento e dalla parte del Legislatore sono state promulgate leggi sulla giustizia la cui compilazione lasciano spazio a troppe interpretazioni. In questo contesto è difficile che una donna che subisca violenza, sia fisica che mentale, sia in grado da sola di uscire da quella condizione. È di vitale importanza la vicinanza di familiari o amiche che aiutano la donna a denunciare quanto gli sta accadendo e poter usufruire delle associazioni che prestano il loro aiuto”.
A sollevare di nuovo l’attenzione dell’opinione pubblica sulla battaglia contro la violenza sulle donne sono la segreteria Massa Versilia della Uil Pensionati e l’Ufficio pari opportunità del sindacato, prendendo spunto dalle recente sentenza “della Corte di Assise di Brescia che ha assolto dall’accusa di omicidio aggravato dalla premeditazione un pensionato di 80 anni che un anno fa uccise la moglie di 62 – proseguono -. Ennesima interpretazione della condizione femminile come condizione subalterna. Ci chiediamo come mai la legge tuteli chi commette il reato e non tuteli la vittima. La donna è sempre e comunque uno dei soggetti più deboli della nostra società, nonostante le recenti leggi che tendono a favorire una cultura di parità, è ancora radicata nel nostro essere la visione della donna come essere subalterno. Con l’abolizione del ‘delitto d’onore’ avvenuta pochi decenni fa, l’Italia esce almeno legislativamente da un periodo di una cultura che prevedeva alla donna un ruolo inferiore nell’ambito della nostra società. Ad oggi varie Leggi hanno cercato di portare una vera parità di genere ma c’è tanta strada da fare e non bisogna mai abbassare il livello di guardia su questo tema”.
Femminicidi, ancora tanta strada da fare, importante non abbassare la guardia
L'appello della segreteria Uilp di Massa e Versilia con l'Ufficio pari opportunità: "Il cambiamento non è stato ancora assimilato dalla società"