Non si placa il dibattito a Fivizzano tra USB e la Fondazione Don Gnocchi. Dopo la replica di giovedì, il sindacato torna sul piede di guerra: “Ci troviamo a dover nuovamente intervenire sulla situazione del Polo Specialistico Riabilitativo Don Gnocchi di Fivizzano, perché dopo le denunce dei giorni scorsi e nonostante le smentite della direzione proprio stanotte è crollata la zona filtro anticovid del secondo piano della struttura, così che tutto il piano non può più essere considerato un percorso sicuro ma è diventato di fatto “sporco””.
“A dimostrazione della fondatezza delle nostre denunce questo è avvenuto mentre, con 42 pazienti (18 al primo piano e 24 al secondo piano), erano in servizio solo 1 infermiere e un 1 OSS per piano ed un solo medico di guardia.
Il personale turnante è in tutto di 13 infermieri e 16 OSS, per questo, nonostante i tentativi e le chiamate fatte nella giornata del 19, al momento del turno notturno erano tutti stremati e nessuno è riuscito a rientrare per incrementare il servizio, così i presenti si sono trovati a dover fronteggiare il crollo della zona filtro in questa situazione. In ogni caso, anche senza emergenze, servire un pasto 90 minuti dopo la consegna, non è una bella dimostrazione di rispetto e dignità per l’ammalato”.
“Vorremmo infine rispondere pubblicamente alle affermazioni della dirigenza uscite a mezzo stampa nei giorni scorsi – commenta il sindacato USB -, in particolare precisiamo che i nostri iscritti sono 10 su 22 dipendenti non medici a tempo indeterminato (i neo assunti con contratto a termine ovviamente per ora non si iscrivono a nessun sindacato) nella sola struttura di Fivizzano e che gli RLS, nominati precedentemente, non hanno mai informato i dipendenti che si sarebbe aperto un ospedale Covid ma solo che si stava procedendo all’accreditamento della struttura. Stiamo chiedendo un incontro formale alla dirigenza in modo da poter trovare soluzioni che garantiscano i lavoratori, le lavoratrici e il servizio per i pazienti”.
“A dimostrazione della fondatezza delle nostre denunce questo è avvenuto mentre, con 42 pazienti (18 al primo piano e 24 al secondo piano), erano in servizio solo 1 infermiere e un 1 OSS per piano ed un solo medico di guardia.
Il personale turnante è in tutto di 13 infermieri e 16 OSS, per questo, nonostante i tentativi e le chiamate fatte nella giornata del 19, al momento del turno notturno erano tutti stremati e nessuno è riuscito a rientrare per incrementare il servizio, così i presenti si sono trovati a dover fronteggiare il crollo della zona filtro in questa situazione. In ogni caso, anche senza emergenze, servire un pasto 90 minuti dopo la consegna, non è una bella dimostrazione di rispetto e dignità per l’ammalato”.
“Vorremmo infine rispondere pubblicamente alle affermazioni della dirigenza uscite a mezzo stampa nei giorni scorsi – commenta il sindacato USB -, in particolare precisiamo che i nostri iscritti sono 10 su 22 dipendenti non medici a tempo indeterminato (i neo assunti con contratto a termine ovviamente per ora non si iscrivono a nessun sindacato) nella sola struttura di Fivizzano e che gli RLS, nominati precedentemente, non hanno mai informato i dipendenti che si sarebbe aperto un ospedale Covid ma solo che si stava procedendo all’accreditamento della struttura. Stiamo chiedendo un incontro formale alla dirigenza in modo da poter trovare soluzioni che garantiscano i lavoratori, le lavoratrici e il servizio per i pazienti”.