“La Toscana non è immune dal fenomeno delle infiltrazioni mafiose. Fra pochi giorni pubblicheremo il terzo rapporto sui fenomeni di criminalità organizzata e corruzione in Toscana, che realizziamo assieme alla Scuola Normale di Pisa. È necessario conoscere i fenomeni malavitosi. La consapevolezza di tutti, e soprattutto di voi giovani, è molto importante. Essere consapevoli che esiste un rischio mafia anche nella nostra regione è il primo passo. È fondamentale parlarne: nelle scuole, in famiglia, nei consigli comunali, nelle istituzioni. E poi domandarsi: cosa posso fare io?”.
Con queste parole l’assessore alla legalità e alla presidenza della Regione Toscana, Vittorio Bugli, ha salutato gli studenti delle scuole che hanno partecipato al progetto “I giovani, sentinelle della legalità” della Fondazione Antonino Caponnetto. La conferenza finale del progetto, che si è svolta a Firenze, in un Teatro Verdi gremito, è stato il momento di confronto dei ragazzi con amministratori e parlamentari.
Il progetto “Sentinelle della legalità”, sostenuto dalla Regione Toscana dal 2009, accompagna gli studenti delle scuole superiori nella formazione di un personale impegno civile e sociale. Quest’anno hanno partecipato 41 scuole di tutta la Toscana, in 25 comuni, e ha coinvolto 4.350 studenti guidati da 118 insegnanti. Il progetto ha visto anche incontri nelle sale consiliari, ai quali hanno preso parte 700 genitori.
L’assessore Bugli ha ricordato ai ragazzi che la Toscana non è immune dal fenomeno delle infiltrazioni mafiose nei settori come il traffico di stupefacenti, ma anche delle infiltrazioni in importanti settori economici allo scopo di riciclare denaro sporco. “La legalità è tra le nostre priorità – ha sottolineato – e l’illegalità si combatte facendo cose: piccole e grandi. Ad esempio abbiamo inserito un sistema di alert nelle procedure degli appalti che segnala anomalie nelle gare. Abbiamo investito molto sulla formazione del personale, perché avere funzionari e dipendenti che sanno capire che in una gara qualcosa non va, e che lo segnalano, è il primo passo per fermare fenomeni di corruzione. Inoltre abbiamo stretto un rapporto con l’Agenzia nazionale che gestisce i beni confiscati alla mafia, e abbiamo ottenuto un bene enorme di 650 ettari a Monteroni d’Arbia, la tenuta di Suvignano. Grazie a un lavoro collaborativo che ha coinvolto persone, associazioni e enti, la tenuta è stata restituita ai cittadini. Vi invito soprattutto a visitarla, perché è importante toccare con mano le cose fatte per la legalità”.
La Regione Toscana da anni ha tra le sue priorità la cultura della legalità. Promuove attività di studio, di ricerca, di educazione con attenzione a tutti i cittadini e un occhio particolare ai giovani e alle scuole. Sulla formazione della cultura della legalità nei giovani, siano studenti delle scuole come delle università, l’assessore Bugli ricorda uno degli strumenti fondamentali di cui si è dotata la Regione, vale a dire il Centro di documentazione cultura della legalità democratica: “Il Centro è una vera ‘Casa della memoria’ di Palazzo Strozzi Sacrati, aperta da vent’anni a giovani e ricercatori di tutte le età e di ogni parte del mondo, ed è finalizzata alla raccolta, alla produzione e alla libera divulgazione di materiali informativi e documenti sui temi della criminalità organizzata e delle mafie, del terrorismo e delle stragi, della criminalità diffusa, della sicurezza urbana e dell’educazione alla legalità”.