Approvato all’unanimità, ieri in Parlamento, con 461 voti e nessun contrario, l’emendamento al disegno di legge “codice rosso” con cui si introduce il reato di revenge porn. Dopo lo scontro della scorsa settimana, in cui l’emendamento presentato in aula era stato rinviato all’esame, ieri, alla ripresa dei lavori, il nuovo emendamento presentato è stato condiviso da tutte le forze politiche.
Con esso viene ad essere considerata reato la pratica di condividere pubblicamente immagini fotografiche o video intimi attraverso internet, senza il consenso del soggetto o soggetti ripresi. L’accusa a chi mettesse in atto pratiche di questo tipo è quella di molestia, violazione della privacy, diffamazione e, nel caso in cui da tale pubblicazione conseguissero eventi tragici, di istigazione al suicidio. La pena è pari alla reclusione da uno a sei anni con una multa dai 5 mila ai 15 mila euro.
La stessa pena si applica a chi, “avendo ricevuto o comunque acquisito le immagini o i video li invia, consegna, cede, pubblica o diffonde senza il consenso delle persone rappresentate al fine di recare loro nocumento. La pena è aumentata se i fatti sono commessi dal coniuge, anche separato o divorziato, o da persona che è o è stata legata da relazione affettiva alla persona offesa ovvero se i fatti sono commessi attraverso strumenti informatici o telematici”.
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Diego Remaggi
Direttore e fondatore de l'Eco della Lunigiana. Scrivo di Geopolitica su Medium, Stati Generali e Substack.
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