Riceviamo e pubblichiamo:
“La scuola che vorremmo…
Ce lo siamo chiesti in considerazione di diverse situazioni di criticità che stanno coinvolgendo la scuola lunigianese e in particolare nel territorio del comune di Pontremoli.
Una scuola sicuramente di qualità come attestano sondaggi a livello nazionale, che affonda le sue radici in una solida tradizione che negli anni ha saputo adeguarsi ai cambiamenti sociali e culturali, ampliando e aggiornando l’offerta formativa.
Da qualche tempo, tuttavia, una serie di difficoltà mette a dura prova la vita di studenti, docenti e famiglie. La lista potrebbe essere lunga ma due sono le emergenze sulle quali vorremmo fare una riflessione: il calo demografico e quindi i numeri della popolazione scolastica, e le strutture scolastiche.
Purtroppo il calo demografico è un problema nazionale, che si fa sentire però maggiormente in piccoli territori come il nostro e ha conseguenze quindi molto più evidenti quando le amministrazioni devono fare tornare i conti: la qualità della scuola e il diritto allo studio sono sacrificati dalla logica del risparmio e dei tagli indifferenziati, che portano a scelte spesso innaturali, approssimative, indifferenti alle ricadute su chi tutti i giorni accetta la sfida educativa di formare i cittadini di domani, su chi tutti i giorni al suono della campana prova a crescere, a diventare grande, a mettersi in gioco, sognando il proprio futuro.
Entrando nel merito del recente ridimensionamento scolastico, ci sono state due novità sostanziali, dove le amministrazioni regionali, provinciali e locali hanno operato tra l’altro con due scelte opposte.
Ci riferiamo alla fusione degli istituti superiori ‘Belmesseri’ e ‘Pacinotti’, e alla ricomposizione degli istituti comprensivi ‘Ferrari’ e ‘Tifoni’, in sofferenza di numeri.
Nel primo caso si è proceduto alla fusione, che significa unire i due istituti in uno nuovo con un’unica dirigenza e segreteria – a fronte di un territorio vastissimo su cui sono distribuiti i diversi e diversificati corsi dei due istituti, che presentano
“La scuola che vorremmo…
Ce lo siamo chiesti in considerazione di diverse situazioni di criticità che stanno coinvolgendo la scuola lunigianese e in particolare nel territorio del comune di Pontremoli.
Una scuola sicuramente di qualità come attestano sondaggi a livello nazionale, che affonda le sue radici in una solida tradizione che negli anni ha saputo adeguarsi ai cambiamenti sociali e culturali, ampliando e aggiornando l’offerta formativa.
Da qualche tempo, tuttavia, una serie di difficoltà mette a dura prova la vita di studenti, docenti e famiglie. La lista potrebbe essere lunga ma due sono le emergenze sulle quali vorremmo fare una riflessione: il calo demografico e quindi i numeri della popolazione scolastica, e le strutture scolastiche.
Purtroppo il calo demografico è un problema nazionale, che si fa sentire però maggiormente in piccoli territori come il nostro e ha conseguenze quindi molto più evidenti quando le amministrazioni devono fare tornare i conti: la qualità della scuola e il diritto allo studio sono sacrificati dalla logica del risparmio e dei tagli indifferenziati, che portano a scelte spesso innaturali, approssimative, indifferenti alle ricadute su chi tutti i giorni accetta la sfida educativa di formare i cittadini di domani, su chi tutti i giorni al suono della campana prova a crescere, a diventare grande, a mettersi in gioco, sognando il proprio futuro.
Entrando nel merito del recente ridimensionamento scolastico, ci sono state due novità sostanziali, dove le amministrazioni regionali, provinciali e locali hanno operato tra l’altro con due scelte opposte.
Ci riferiamo alla fusione degli istituti superiori ‘Belmesseri’ e ‘Pacinotti’, e alla ricomposizione degli istituti comprensivi ‘Ferrari’ e ‘Tifoni’, in sofferenza di numeri.
Nel primo caso si è proceduto alla fusione, che significa unire i due istituti in uno nuovo con un’unica dirigenza e segreteria – a fronte di un territorio vastissimo su cui sono distribuiti i diversi e diversificati corsi dei due istituti, che presentano
complessità di gestione proprie degli istituti tecnici e professionali. Nel secondo caso, invece, sono stati spostati numeri per garantire il mantenimento di due dirigenze e due segreterie – a fronte di scuole piuttosto vicine sul territorio, e del fatto che da anni sono gestite, senza particolari problemi, con una reggenza, e quindi in pratica con un’unica dirigenza, mantenendo le due segreterie.
Un polo tecnico-professionale potrebbe rafforzare l’offerta formativa degli istituti lunigianesi ma non con una simile manovra anche piuttosto affrettata che rischia di sacrificare l’organizzazione e la progettualità di due realtà scolastiche così importanti come il ‘Pacinotti’ e il ‘Belmesseri’, istituti storici non solo a Pontremoli ma su tutta la Lunigiana.
Si auspica una fusione soft, che lasci tempo di organizzare la convivenza di due realtà diverse: in particolare sarebbe opportuno prevedere la permanenza di una parte della segreteria a Pontremoli, soprattutto per l’utenza che arriva dalle frazioni di Pontremoli, dai comuni di Zeri e di Borgotaro ed evitare tagli dell’organico al fine di non penalizzare ulteriormente l’offerta formativa dei due istituti in un momento così delicato, mantenendo tutti gli indirizzi attualmente presenti.
Certamente prima di arrivare a queste scelte, le amministrazioni avrebbero dovuto intraprendere delle politiche di difesa del territorio, soprattutto potenziando il servizio dei trasporti che risulta uno dei punti di forte debolezza, non concorrenziale rispetto ai trasporti di province limitrofe che attraggono, soprattutto nello spezzino, un notevole numero di studenti lunigianesi a scapito degli istituti locali. Diciamo che più che risolvere uno dei problemi alla base, si è preferito fare scelte più semplici spostando le dame sulla scacchiera senza una reale logica se non quella dei freddi numeri.
E se da un lato si gioca al risparmio, dall’altro si fa di tutto per mantenere separate amministrativamente due realtà che forse troverebbero una maggiore organicità in un unico polo scolastico verticale che funziona come modello ormai da anni, e che in questo senso avrebbe creato poche conseguenze negative. Se la motivazione è la difesa dei posti di lavoro, dirigenza e segreteria, ciò deve valere sempre per tutti o per nessuno.
Le strutture scolastiche: altro problema che ricade sull’utenza , sui docenti e sui DS che quotidianamente fanno salti mortali per ovviare a laboratori chiusi, spazi ridotti e fatiscenti, strumentazioni obsolete, ma delle quali le responsabilità sono sempre politiche: o si investe su scuole sicure prima o non si può trattare la popolazione scolastica come pacchi postali.
Un polo tecnico-professionale potrebbe rafforzare l’offerta formativa degli istituti lunigianesi ma non con una simile manovra anche piuttosto affrettata che rischia di sacrificare l’organizzazione e la progettualità di due realtà scolastiche così importanti come il ‘Pacinotti’ e il ‘Belmesseri’, istituti storici non solo a Pontremoli ma su tutta la Lunigiana.
Si auspica una fusione soft, che lasci tempo di organizzare la convivenza di due realtà diverse: in particolare sarebbe opportuno prevedere la permanenza di una parte della segreteria a Pontremoli, soprattutto per l’utenza che arriva dalle frazioni di Pontremoli, dai comuni di Zeri e di Borgotaro ed evitare tagli dell’organico al fine di non penalizzare ulteriormente l’offerta formativa dei due istituti in un momento così delicato, mantenendo tutti gli indirizzi attualmente presenti.
Certamente prima di arrivare a queste scelte, le amministrazioni avrebbero dovuto intraprendere delle politiche di difesa del territorio, soprattutto potenziando il servizio dei trasporti che risulta uno dei punti di forte debolezza, non concorrenziale rispetto ai trasporti di province limitrofe che attraggono, soprattutto nello spezzino, un notevole numero di studenti lunigianesi a scapito degli istituti locali. Diciamo che più che risolvere uno dei problemi alla base, si è preferito fare scelte più semplici spostando le dame sulla scacchiera senza una reale logica se non quella dei freddi numeri.
E se da un lato si gioca al risparmio, dall’altro si fa di tutto per mantenere separate amministrativamente due realtà che forse troverebbero una maggiore organicità in un unico polo scolastico verticale che funziona come modello ormai da anni, e che in questo senso avrebbe creato poche conseguenze negative. Se la motivazione è la difesa dei posti di lavoro, dirigenza e segreteria, ciò deve valere sempre per tutti o per nessuno.
Le strutture scolastiche: altro problema che ricade sull’utenza , sui docenti e sui DS che quotidianamente fanno salti mortali per ovviare a laboratori chiusi, spazi ridotti e fatiscenti, strumentazioni obsolete, ma delle quali le responsabilità sono sempre politiche: o si investe su scuole sicure prima o non si può trattare la popolazione scolastica come pacchi postali.
Assurda la scelta di investire 11 milioni di euro per una sola scuola: perché non investirne anche 12 ma per un nuovo polo scolastico degli IIS pontremolesi – un bel progetto che mantenga Pontremoli città delle scuole – visto che oltre al problema del Malaspina, occorre reperire anche fondi per il tetto del Belmesseri? Quali sono le ragioni di fondere per risparmiare da una parte e prevedere finanziamenti da spargere come parmigiano a pioggia dall’altra? Ci sembrano scelte strabiche e miopi, dettate dall’emergenza ma che non prevedono una progettualità oltre l’oggi, oltre il problema quotidiano, che non investono sul futuro dei nostri comuni e dei nostri figli.
Come rappresentanti politici sul territorio ci piacerebbe vedere un coinvolgimento reale sul tema, poter creare un luogo di incontro, dove le persone – anche di pensiero e bandiera diversa – possano confrontarsi, fare domande, avere chiarimenti, dove si possano ascoltare le esigenze della popolazione e degli operatori scolastici. Ricordandoci che ‘la scuola deve essere l’ultima spesa su cui un paese è disposto ad economizzare’ (F.D. Roosevelt).”
Come rappresentanti politici sul territorio ci piacerebbe vedere un coinvolgimento reale sul tema, poter creare un luogo di incontro, dove le persone – anche di pensiero e bandiera diversa – possano confrontarsi, fare domande, avere chiarimenti, dove si possano ascoltare le esigenze della popolazione e degli operatori scolastici. Ricordandoci che ‘la scuola deve essere l’ultima spesa su cui un paese è disposto ad economizzare’ (F.D. Roosevelt).”