È accaduto ieri sera attorno alle 23 provocando boato e paura tra i residenti: ignoti hanno fatto esplodere un ordigno presso il Giardino del Ricordo di Terrarossa, Licciana Nardi. La denuncia è arrivata nelle ore successive dal vicesindaco Omar Tognini, prontamente intervenuto con forze dell’ordine, protezione civile e vigili.
Ha scritto su Facebook e ai giornalisti: «Questa mattina, nel Giardino del Ricordo delle Vittime delle Foibe a Terrarossa, ci siamo riuniti per commemorare le vittime dell’odio e per educare le nuove generazioni sui tragici avvenimenti dei massacri delle foibe, gli eccidi ai danni di militari e civili italiani della Venezia Giulia, del Quarnaro e della Dalmazia. Abbiamo condiviso con molti giovani studenti le storie di un passato che non può e non deve essere dimenticato. È stato un momento di riflessione e di impegno collettivo per mantenere viva la memoria e per opporsi a qualsiasi forma di negazionismo». «Questa sera è avvenuto un episodio assoluta gravità : un ordigno, presumibilmente una bomba carta, è stato fatto esplodere all’interno del giardino. Questo atto vile non ci scoraggerà . Continueremo a difendere la verità storica e a opporci con determinazione a chi nega o minimizza le atrocità del passato. Noi non scordiamo».
«Desidero esprimere la mia gratitudine, sia personale che a nome dell’amministrazione di Licciana Nardi, a tutte le autorità trovate e intervenute prontamente sul luogo dell’accaduto – prosegue: un sentito ringraziamento va al comandante del Nucleo Operativo Radio Mobile di Pontremoli tenente Stopponi, al maresciallo D’Alba e ai carabinieri della stazione di Aulla per il loro rapido intervento. Grazie ai vigili del fuoco di Aulla per aver garantito la sicurezza dell’area e al delegato alla protezione civile Guidi per la sua tempestiva presenza sul posto».
«Ribadiamo il nostro impegno a continuare a educare e a ricordare», conclude. «La memoria è il nostro strumento più potente contro l’odio e l’ignoranza. Insieme continueremo a lottare per un futuro in cui tali atrocità non si ripetano mai più».