La salute non si boicotta: colpire Teva danneggia i pazienti e offende la coerenza - boicottaggio, farmaci

La salute non si boicotta: colpire Teva danneggia i pazienti e offende la coerenza

Riceviamo e pubblichiamo:

L’ Associazione Apuana Amici Italia Israele di Sp Ms Versilia — in merito all’interrogazione presentata dalla Consigliera Bennati per il Polo Progressista (M5S,RC,MCC) al Comune di Massa per mettere in discussione i rapporti delle farmacie comunali con Teva, ricordiamo che parliamo del più grande produttore mondiale di farmaci equivalenti, un’azienda che garantisce terapie accessibili a milioni di persone ogni giorno. Boicottare Teva significherebbe limitare l’accesso alle cure, aumentare i costi per i cittadini e per il SSN: non è “pacifismo”, è un danno concreto alla salute pubblica. Persino un offesa ai mille lavoratori italiani impegnati con Teva nel nostro paese .

Chi invoca il boicottaggio “per coerenza” dovrebbe dirsi pronto a rinunciare a tutte le tecnologie che usiamo quotidianamente e che sono nate in Israele. Eccone alcune – verificate:

Waze: l’app di navigazione nata come FreeMap Israel e fondata dagli israeliani Ehud Shabtai, Amir Shinar e Uri Levine (poi acquisita da Google). Milioni di automobilisti la usano ogni giorno.

La chiavetta USB (DiskOnKey): sviluppata e commercializzata per prima dall’israeliana M-Systems (Dov Moran), con brevetti depositati nel 1999 e prime vendite nel 2000 (anche tramite IBM). È il supporto rimovibile che tutti abbiamo usato a scuola, in ufficio, in ospedale.

I firewall a ispezione “stateful”: tecnologia introdotta da Check Point (startup israeliana fondata nel 1993), base dell’odierna sicurezza di reti pubbliche, bancarie, ospedaliere e comunali.

La messaggistica istantanea moderna deve moltissimo a ICQ, creato nel 1996 dall’israeliana Mirabilis: è il precursore delle app di chat che usiamo ogni giorno.

La capsula endoscopica (PillCam): ideata dall’ingegnere israeliano Gavriel Iddan e portata sul mercato da Given Imaging; ha rivoluzionato la gastroenterologia riducendo procedure invasive.

L’irrigazione a goccia moderna: sviluppata da Simcha Blass e commercializzata su larga scala in Israele con Netafim (Kibbutz Hatzerim), oggi diffusa nell’agricoltura mondiale.

I sistemi ADAS (frenata assistita, mantenimento corsia, ecc.) di Mobileye, azienda israeliana, equipaggiano decine e decine di milioni di veicoli nel mondo (Volkswagen, Porsche e molti altri). È tecnologia che salva vite ogni giorno.

Architetture CPU che hanno alimentato PC e laptop per un ventennio (da Pentium M a Core/Merom) sono state progettate dai team Intel a Haifa: innovazioni usate quotidianamente in informatica personale e professionale.

Ecco la contraddizione: si pretende di boicottare i farmaci “per coerenza politica”, ma si continua ad affidare navigazione, comunicazioni, sicurezza informatica, diagnostica medica, agricoltura, automotive e calcolo a innovazioni israeliane. Se si volesse davvero “boicottare Israele”, bisognerebbe spegnere lo smartphone, rinunciare a molte funzioni dell’auto, scollegare i computer e tornare a procedure mediche più invasive. È un non-senso che punisce i cittadini senza cambiare nulla sul piano geopolitico.

Come Associazione Apuana Italiana Amici di Israele chiediamo alle istituzioni locali di difendere la neutralità sanitaria: le farmacie comunali non devono diventare terreno di battaglia ideologica. La salute non ha bandiera e la scienza non si boicotta.
Teva – leader negli equivalenti, con migliaia di referenze e centinaia di milioni di pazienti serviti – è parte indispensabile della catena delle cure. Togliere ai farmacisti e ai medici opzioni terapeutiche per motivi politici significa scaricare il costo ideologico sul paziente. Questo, semplicemente, non è accettabile.

Conclusione — Chi ha davvero a cuore la pace e la tutela della vita dovrebbe promuovere più ricerca, più cure, più dialogo, non campagne di boicottaggio che impoveriscono la salute pubblica e alimentano divisioni.

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