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Un tranquillo “scontro” politico a Pontremoli

Domenica sera a Pontremoli è andato in scena uno dei dibattiti politici più banali delle ultime campagne elettorali lunigianesi.
Questo rappresenta molto bene il fatto che la comunicazione, per quanto sia data per scontata, è spesso tralasciata in diversi programmi politici.

Analizziamo il caso. L’idea di un dibattito a due, di un confronto, parte da Elisabetta Sordi che sul suo profilo Facebook propone a Ferri un incontro in cui a moderare siano due giornalisti “che ben conoscono le questioni locali e che seguono ogni giorno i problemi del territorio”.

L’idea è buona. Con stampa locale – “stampa” – dipendente da redazioni centralizzate nel capoluogo della provincia è sicuramente più interessante affidare le domande a cronisti della zona, che vivono a Pontremoli e conoscono i programmi, i problemi e le risorse del territorio.
Jacopo Ferri, l’altro candidato, accetta senza troppi problemi di partecipare alla serata e quindi per domenica è tutto pronto, con un meteo incerto fino al pomeriggio, per l’incontro in piazza della Repubblica.

(Calcoliamo il fatto che le redazioni dei cartacei non fermano la stampa alle 2 di notte per farvi un resoconto del dibattito, quindi magari trovate foto e qualche idea per oggi, martedì, un tempo estremamente dilatato per la politica e la comunicazione contemporanea. Noi siamo usciti ieri con un breve riassunto che trovate qui).

Gente accomodata, qualche smartphone impostato sulla ormai fantomatica “diretta”, il freddo anticipato dell’autunno e si è pronti per partire.
Che succede? Arriva una caposervizio de Il Tirreno che ammette di essere “nuova in queste zone”. Nessun giornalista “locale”, capiservizio delle redazioni, qualcuno che è stato agli stretti di Giaredo, in qualche agriturismo della zona e che ora siede lì a fare domande (banali) sui programmi elettorali. Doveva andare diversamente? Forse sì.
Perché è come se si fosse – inconsapevolmente o meno – cercato il fair play a tutti i costi, finendo dritti in uno “tsunami di retorica” fine a se stessa, senza ritmo, senza nerbo e senza alcuna scintilla. Si è arrivati ad un punto in cui un confronto è diventato come un piccolo salotto domenicale in cui tutti si vogliono bene divagando persino sui risvolti territoriali della politica nazionale.

Tecnicamente sarebbe bastato mettersi in due luoghi distinti della piazza, ognuno con il proprio rappresentativo bacino di elettori, e leggere un po’ per volta il proprio programma per le comunali.
Dispiace perché l’idea era buona, perché alla fine nessun cronista “che ben conosce i problemi del territorio” ha preso la parola e perché quando si cerca di fare le cose troppo in fretta, dimenticando che per “comunicare” è necessario avere anche qualche breve infarinatura, alla fine si conclude solamente con un grande “Boh”.

(Se volete rivedere la serata, il video è qui sotto)

Diego Remaggi
Diego Remaggihttp://diegoremaggi.me
Direttore e fondatore de l'Eco della Lunigiana. Scrivo di Geopolitica su Medium, Stati Generali e Substack.
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