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L'informazione e l'Eco della Lunigiana

Faccio parte, o meglio, dirigo (per quello che significa) un quotidiano locale che si rivolge ad un pubblico di un’area compresa tra Liguria, Toscana ed Emilia Romagna, un bacino d’utenza di circa 50mila persone con almeno qualche migliaio di esse che ci segue ogni giorno.

Scrivo per me, o meglio, decido assieme agli altri ragazzi della redazione cosa pubblicare ogni giorno. A volte capita di scrivere articoli che leggiamo solo noi, addetti ai lavori, ma l’essere autocompiacenti fa parte, ogni tanto, anche del nostro mestiere, no?

Essenzialmente abbiamo come competitor due quotidiani che fanno ogni giorno 2 pagine a testa di cronaca locale, gente che si perde in cerca di funghi, pecore che scappano, lupi che inseguono,ecc. Inizialmente ci siamo visti persi, il target di riferimento era talmente strano che farsi strada in paesini in cui internet non era disponibile era difficile, davvero difficile. Poi col passare del tempo (la data d’inizio del giornale è gennaio 2015) abbiamo iniziato a sensibilizzare le persone, anche quelle più refrattarie ad una lettura su schermo e siamo riuscirne a fidelizzare tantissime di loro modificando le loro stesse abitudini di lettura.

Ci è voluto del tempo, ma in quasi 5 anni abbiamo decisamente fatto sapere al nostro pubblico che ci siamo, che siamo capaci di raccontare e per quanto giovani possiamo tranquillamente competere, quanto a servizi, con redazioni ben più strutturate. Non è stato facile, intrattenere rapporti con i comuni e le realtà locali è stato più ardimentoso del previsto. Ci sono alcune logiche di mercato che ancora dobbiamo capire per bene, come quelle delle pubblicità vendute a manchette o nei tagli bassi dei quotidiani con cui non riusciamo a competere, ma grazie ai servizi audio e video stiamo cercando di emergere dall’indifferenza degli investitori che restano ancora sparuti ma sempre meno inclini ad una totale indifferenza.

Abbiamo fin da subito contato solo ed esclusivamente sulle nostre forze costruendo spazio web, canali social, arricchendo quotidianamente il nostro archivio multimediale di immagini e video tagliando più spese possibili cercando una sostenibilità ed un equilibrio che ci garantisse almeno di non andare in perdita.

Il nostro sforzo, adesso è quello di far diventare tutto questa attività quotidiana in un lavoro remunerato degnamente. Sembra abbastanza difficile per una piccola realtà indipendente locale (ed in effetti lo è), ma pensiamo che non sia del tutto impossibile. Possiamo e dobbiamo ancora investire qualche denaro in più nel progetto, le pubblicità online sono monetizzate grazie a Google e ad altri servizi di ads publishing e soprattutto nella bella stagione diverse realtà locali hanno preferito pubblicizzare le loro attività con investimenti mirati sia a pubblico che a periodo con risultati soddisfacenti.

Una delle nostre più grandi sfide è però quella di far convergere i gusti di lettura del pubblico su qualcosa di meno banale e più interessante da un punto di vista culturale. In un’area in cui la cronaca bianca ha la meglio è importante dare visibilità a giovani artisti, attività teatrali, musicali e pittoriche che in altre aree sarebbero meglio valorizzate e meglio veicolate da un mezzo di informazione. Un’altro traguardo è quello di riuscire a parlare di eventi tradizionali con uno sguardo nuovo e meno canonico, puntando più su fotografie e video attraverso cui l’emozione dei lettori è più riscontrabile che in una lunga e pedissequa relazione.

In molti sostengono che, per la nostra corrente editoriale, siamo sorretti da un potente substrato di potere riconducibile al Partito Democratico. O almeno, questo è quello che pensa parte dei nostri detrattori. In realtà è difficile oggi potersi dire indipendenti. Ma dirò di più: l’ironia è la cosa più difficile da far cogliere in un articolo e combattere contro l’odio in rete, il populismo e la “mediocrità” è ogni giorno una grande sfida per la nostra esistenza e la democrazia del nostro paese. Di questo ci sentiamo parte, scriviamo, fotografiamo, filmiamo per noi e per i nostri lettori da cui non chiediamo nulla in cambio e speriamo che questo diventi sostenibile almeno da poterci garantire uno stipendio decente, cosa che per ora è solamente un qualcosa di parallelo ad altre attività che conduciamo in attesa di tempi migliori, per l’editoria e la democrazia stessa.

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