Oggi non solo l’Italia ma il mondo si mobilita per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne. Una data che non dovrebbe essere solo una ricorrenza ma anche un momento di presa di posizione verso un nuovo modello educativo di uomini e donne che guardi verso la parità di genere e l’inclusione delle diversità, contro la discriminazione.
Questa giornata è stata istituita dall’Onu con la risoluzione 54/134 del 17 dicembre 1999 ma da allora la situazione della violenza nei confronti di donne, gay, transessuali, bisex e persone gender fluid non è diminuita, se non altro però sono state legittimate posizioni di lotta e di dissenso contro chi perpetra questo tipo di violenza e in alcuni Paesi questo tipo di reati sono punibili per legge.
Spesso appare purtroppo che più chi vuole liberarsi e liberare le menti dal patriarcato non viene compreso anzi spesso si leggono notizie di cronaca con assassini sempre più brutali.
L’ultimo femminicidio è di due giorni fa a Partinico dove Ana Maria Lacrimoara Di Piazza, di 30 anni, è stata uccisa da Antonio Borgia, di 51 anni.
La donna aveva rivelato all’uomo con il quale aveva una relazione di essere incinta e lui l’avrebbe prima accoltellata all’addome e poi colpita con un bastone, occultando poi il cadavere in campagna.
Il cinquantunenne avrebbe dichiarato che la donna avrebbe minacciato di rivelare la loro relazione alla moglie di lui.
Ci sono delle registrazioni che inchiodano il colpevole, che dopo l’assassinio avrebbe continuato la giornata come se nulla fosse.
Colpiscono le parole di monsignor Michele Pennisi, vescovo di Monreale “Manca la distinzione tra ciò che è bene e ciò che è male – ha detto ai media locali – Voglio pregare per la vittima, per la sua famiglia e anche per il suo assassino perchè il Signore lo illumini durante l’esperienza che dovrà fare del carcere e possa rendersi conto del male che ha fatto”.
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