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Aulla: ieri la cerimonia per la nuova collocazione del monumento al partigiano Mirko

Mercoledì 2 giugno, nel 75° anniversario della Festa della Repubblica, Aulla ha celebrato l’inaugurazione della nuova collocazione del monumento dedicato al partigiano Luciano Gianello, “Mirko”, morto durante lo sminamento ed insignito della medaglia d’argento al merito civile.

L’evento, organizzato dal comune di Aulla e dall’Anpi intercomunale di Licciana Nardi, Aulla, Comano e Podenzana, in collaborazione con la sezione Anmig di Aulla, si è svolto nella mattinata, a partire dalle 11.30, in Piazza della Vittoria, dove il monumento marmoreo al partigiano è stato ricollocato dalla sua precedente sede, presso la Pubblica Assistenza “Croce Bianca” nelle vicinanze del campo sportivo Quartieri.

Una storia intensa, quella di Luciano Gianello, detto “Mirko”, che all’età di 18 anni, subito dopo l’8 settembre 1943, entra nella I^ Brigata Beretta della Divisione Cisa. Successivamente farà parte del Battaglione Picelli/Matteotti, prima al comando di Fermo Ognibene “Alberto”, poi, alla morte di questo, di Dante Castellucci “Facio”. Con “Facio” e altri otto uomini sarà protagonista di quell’epico scontro con i nazisti tedeschi e i fascisti italiani, ricordato come la battaglia del Lago Santo, durante il quale i nove partigiani resistettero e respinsero un’ottantina di soldati nemici il 18 marzo 1944. Nel luglio del 1944, dopo la morte di “Facio”, comandante del Picelli/Matteotti diventerà Nello Quartieri “Italiano”, altra figura lunigianese di spessore, e “Mirko” avrà importanti e delicati compiti, in particolare a lui affidati dalla Missione Inglese (British Mission in the Field), che si congratulerà con lui “per aver operato molto bene”.

Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, ventenne, dopo aver messo in gioco la sua vita, sarà tra i protagonisti della ricostruzione, iniziando proprio dalla prima attività necessaria del dopoguerra: lo sminamento. Poiché l’esercito nazista aveva disseminato migliaia di mine antiuomo e anticarro ovunque, la bonifica del terreno risultava un’operazione estremamente complessa e rischiosa, a causa dei vari tipi di ordigni esplosivi che si potevano incontrare. Tra i pochi sminatori presenti sul territorio nazionale ci fu anche Luciano Gianello. Fu ad Aulla, nel greto del torrente Taverone, che la sua ultima mina esplose, rubandogli la vita. Era il 22 novembre 1945.

Per questo si può dire che fu uomo della ricostruzione.

La cerimonia in onore del partigiano “Mirko” si è aperta con la deposizione della corona e degli onori al monumento ai caduti in piazza della Vittoria. E’ poi proseguita dinanzi alla statua commemorativa del partigiano, con l’introduzione della delegata alla Cultura e alla Memoria del comune di Aulla, Marina Pratici, che ha poi lasciato la parola dapprima al sindaco Roberto Valettini, poi al consigliere regionale Giacomo Bugliani, e a seguire al presidente dell’Anpi intercomunale di Licciana Nardi, Aulla, Comano e Podenzana, Luigi Leonardi accompagnato dal partigiano Remo Conti, classe 1926, che ha portato la propria testimonianza con autentica commozione.

La scaletta degli interventi, che ha visto anche i saluti del comandante della Guardia di Finanza di Aulla, luogotenente Guido Dalle Luche, del comandante dei Carabinieri di Aulla Di Mauro, e del vicecomandante provinciale dei Vigili del Fuoco di Massa, Gerardo Ratti, si è conclusa con l’attesa orazione finale del presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani.

Marina Pratici ha spiegato: “E’, questa, una giornata doppiamente significativa e importante per la nostra città e in senso lato per il nostro comprensorio, che ci fa ritrovare comunità orante commemorante, una comunità unita nel segno dei valori più alti e sublimi della democrazia e della libertà rappresentati da questo monumento dedicato ad un giovane eroe, uno di quei tanti giovani gloriosi che non ha avuto temenza di dare la propria vita per la libertà di tutti noi. Oggi siamo tutti italiani sotto un’unica bandiera, il nostro amato tricolore, dunque, oggi più che mai, il nostro sguardo volge al verde, a quella speranza per un futuro diverso che ci faccia dimenticare i tanti momenti difficili dell’ultimo anno, per tornare a coltivare insieme valori unici che, come italiani e come cittadini, andiamo a commemorare”.

Roberto Valettini ha dichiarato: “Un sentito ringraziamento alle autorità di ogni ordine e grado qua convenute, ai partigiani ed alle realtà combattentistiche che tengono vive, con eventi importanti come questo, la memoria, che non è un qualcosa di astratto, ma si afferma e si conquista ogni giorno. Perché insieme, oggi, abbiamo riconquistato un piccolo pezzo di memoria universale. Il 2 giugno è un momento importante: vederci uniti e vederci così in tanti è un dato estremamente valoriale. Ringrazio i miei concittadini sempre pronti a recepire l’importanza di eventi che non sono, solo, ricordo del passato, ma un impegno nel presente, per il futuro. Oggi ricordiamo i nostri caduti, ma anche la scelta antifascista che è la base della democrazia e della Repubblica: per questo oggi celebriamo i nostri caduti e poi, con lo svelamento del monumento al partigiano “Mirko”, nella sua nuova collocazione, celebriamo la scelta giusta: ovvero, una scelta antifascista, democratica, la scelta di coloro che sono stati dalla parte giusta ed hanno combattuto per la nostra libertà e la nostra democrazia. La famiglia Gianello, l’Anpi, ci hanno chiesto di trasferire qui questo monumento, in un posto più centrale e degno, affinché sia oggetto di quella attenzione che deve pervadere ciascuno di noi e la collettività tutta, a partire dai giovani e dalle scuole, che auspico fortemente possano da ora in avanti partecipare più numerosi a eventi di questa importanza”.

Giacomo Bugliani ha affermato: “La giornata di oggi ci lascia principalmente una riflessione: l’uomo, in qualunque epoca e in qualunque momento, ha bisogno di simboli e di materialità. Oggi celebriamo un simbolo, una materia che è data da un monumento, dietro il quale sta l’immagine di un giovane che ha dato la vita per una giusta causa e per un valore più alto. Ci ritroviamo una società che decade, che cambia, una società che non è più quella che i nostri nonni e i nostri padri immaginavano che fosse. Ecco quindi che abbiamo bisogno di giovani come Luciano Gianello, che hanno saputo sacrificare tutto per un valore superiore. Ai giovani del nostro tempo certamente non chiediamo questo, ma molto meno: sacrificare il proprio tempo, la propria mente e le proprie passioni per i giusti ideali. Per questo mi auguro che questo nome inciso su questa pietra possa produrre in qualche giovane questa riflessione e questo sentimento. Aggiungo l’importanza della decisione del comune di Aulla, che ringrazio per averci riuniti qui, e dell’Anpi di celebrare il monumento al partigiano “Mirko” proprio in nel giorno in cui celebriamo la Festa della Repubblica. Una delle feste civili più importanti nel nostro calendario, un momento nel quale dobbiamo riflettere su un valore fondamentale: il valore della libertà”.

Infine, le parole del presidente Eugenio Giani: “Sono lieto e onorato di portare la testimonianza della Regione in questo giorno che ci riporta a 75 anni fa. Il monumento al partigiano “Mirko” Luciano Gianello dà il senso profondo di come quello che accadde 75 anni fa si lega al Movimento di Liberazione che dal 1943, dopo la sottoscrizione dell’armistizio, grazie all’energia di giovani partigiani come “Mirko”, riuscì a dare all’Italia la possibilità di dire da che parte stava, ovvero dalla parte della coalizione che sostenendo i valori di libertà, di democrazia ed autodeterminazione, consentì al paese di fare i conti con il passato e di lasciare alle spalle fascisti, nazisti, tutto quello che era stato il legame che aveva portato l’Italia a entrare in guerra con quella scelta di campo così sbagliata. Vinta la guerra, il 25 aprile del 1945, ecco che il Paese si dà un metodo, una linea di azione per la ricostruzione del futuro. Linea di azione che si concretizza proprio il 2 giugno di 75 anni fa.

Ed ecco il nesso fondamentale che avviene con il 2 giugno del 1946, quando gli italiani e le italiane – queste ultime per la prima volta nella storia del nostro Paese – andarono a votare affermando in questo modo, sul piano del voto, la parità di genere. Ricordiamo figure di donne toscane, come Teresa Mattei, che esercitarono un ruolo importante nella Costituente da cui ebbe origine una Costituzione che fu espressione autentica di un Paese maturo, con grandi intellettualità.

Quest’anno la celebrazione dei 75 anni della Repubblica assume un’importanza particolare, poiché questa data coincide come non mai con un chiaro stato d’animo per il Paese. Quello della voglia di ripartire, di essere nuovamente protagonisti della nostra vita guardando con speranza al futuro. Dietro le nostre spalle ci sono 15 mesi terribili, che hanno messo in discussione la nostra vita individuale, il modo in cui viviamo la nostra comunità.

Oggi, 1 milione e 400mila toscani hanno avuto la prima dose di vaccino, e sono 2 milioni e 200mila le dosi somministrate (fra prima e seconda somministrazione). Come la Toscana, lo stesso hanno fatto le altre regioni italiane. Un impegno straordinario è stato messo in campo per rispondere a questa grave emergenza, con il supporto del mondo del volontariato e degli operatori sanitari diffusi. Sono fatti dei nostri giorni, ma ci riportano straordinariamente nelle condizioni di 75 anni fa, quando dopo un momento drammatico per il Paese, si fece largo la spinta a partire: allora attraverso l’energia del partigiano “Mirko” e dei suoi compagni, oggi con l’energia che dobbiamo trovare dentro di noi: istituzioni, movimenti sociali, capacità delle professionalità che non si sono risparmiate e tuttora lavorano per la ripartenza del nostro Paese.”

Redazione
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