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A Sarzana la retrospettiva del maestro Tomaino: “77”

Dai tetti alla Factory con il maestro Tomaino. Il vernissage della mostra personale retrospettiva dell’artista Giuliano Tomaino, “77”, è fissato per le ore 18.00 di venerdì 28 ottobre, presso la galleria artistica Factory di via Domenico Fiasella al civico 94 di Sarzana. Nei locali della Factory, oramai da mesi, sono ospitati eventi culturali di primo livello. Dalle serate musicali, vedi l’appuntamento con il musicista sarzanese Andrea Giannoni, alle mostre di pittura e fotografia, personali e collettivi; sino alle presentazioni di libri.

Venerdì prossimo toccherà a una selezione delle opere dello scultore spezzino Giuliano Tomaino, cuore pulsante di questo centro artistico e culturale, riferimento già di prestigio per la città dell’arte e delle fortezze, degli avi italiani di Napoleone e del botanico Antonio Bertoloni.

Il maestro Tomaino vive in una traversa di via S. Gottardo, in un fascinoso studio messo sui tetti e fra le sue opere di grande dimensione. Prima di accedere alla casa-studio di Giuliano Tomaino, spezzino di nascita e sarzanese di adozione si può con facilità approcciare ad alcune sue sculture, riproponenti qualche soggetto che ricorre nella sua opera: il cavallo a dondolo e il “cimbello”; magari approfittando dell’escamotage dell’entrata più accostata all’Ospedale di Sarzana, oppure approdare, dopo avere evitato l’ascesa di Falcinello e appena individuato il forno di un angolo della via, dagli opifici e le piante di fichi d’india.

Abbiamo incontrato l’artista diverse volte, una delle quali proprio in questa dimensione marginale e fiabesca allo stesso tempo di Sarzana. Quando il maestro ci disse per esempio che lui vive col pensiero pitagorico fisso nella sua anima: “Perché l’uomo è al mondo? Per osservare il cielo”. Una rendicontazione biografica della sua esistenza poi rafforzata dalla conoscenza solidificata ovviamente con il passare dei mesi. Mentre nella testa circola la frase più precisa del Tomaino: “La mia arte non ha narrazione, ma è fatta d’una semplicità che si deve solamente osservare”.

Tomaino è nato alla Spezia nel ’45, ma da tempo anima con la sua presenza le serate culturali sarzanesi. Innamorato della ricerca delle origini cresciuta al tempo dell’arte povera per arrivare a una nuova scuola che tiene insieme dada e pop art, che anzi si trova in una via di mezzo fra questi due generi e diventa genere di sperimentazione della formula di rigenerazione pre-moderna, non a caso sicuramente è nato il giorno del 28 ottobre. Come la data della “disfida di Barletta”, per dire. E ci disse. Ricorrenza storica come quel famoso parallelismo al biglie da lui spesso utilizzate e che gli spagnoli davano ai popoli pre-colombiani in cambio di gemme preziose.

Diversi anni fa oramai, possiamo aggiungere, Giuliano Tomaino fu chiamato nelle Madonnie, sottoterra, a creare dal sale. Scendendo invece che salire alle Apuane per sentirne il marmo. E fare arte con quel sale che, tipo una porzione custodita nel suo laboratorio e in via di rimpicciolimento, ha ben oltre settantasei anni: 4milioni. Questo sale diventato materia prima d’arte ha proprio 4milioni d’anni.

L’arte del maestro Tomaino ha attraversato il Novecento, e col suo continuo fermo rinnovamento sta vivendo il mondo nuovo. Se nel Sessant’ottotto, Tomaino proponeva il suo primo un autoritratto veramente fatto d’arte povera e davvero con materiali poveri, già nel ’83, lo scrittore Mario Soldati scriveva che “Giuliano Tomaino dipinge soltanto quadri astratti, informali, materici”.

Venerdì si potrà passeggiare in una sintesi della sua maestria. Nella sede della Factory che nel 2009 l’artista creò insieme a Cristina Balsotti, Sandro del Pistoia, Paolo Fiorellini, Claudia Guastini, Stefano Lanzardo e Francesco Ricci.

Nunzio Festa
Nunzio Festa
Autore, collaboratore di Eco della Lunigiana per la zona di Sarzana e La Spezia
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